Il 24 Settembre alle h 10.00 il Master vi dà appuntamento al seminario dal titolo: L’adozione nazionale ed internazionale, in particolare il presupposto dello stato di abbandono che terrà il Dott. Francesco Rosetti.
Partecipazione gratuita!
Per chi fosse interessato è pregato di inviare una mail alla tutor Dott.ssa Alessandra Chiaromonte: alessandra.chiaromonte@unife.it
entro le h 18.00 del 22 Settembre.
L’adozione è un tema da sempre presente nelle cronache dei media, non tanto direttamente ma, quantomeno, in relazione ai presupposti che la caratterizzano.
L’allontanamento di un bambino/a dalla sua famiglia, premessa di fatto del percorso adottivo, costituisce evento traumatico, che si ripercuote non solo sulla famiglia direttamente interessata, ma anche sull’ambito parentale e sociale, quello più ristretto ma a volte allargato all’intero territorio italiano, a seconda della risonanza dell’evento.
Alla base è sempre presente un conflitto, tra la scelta di tutelare il bambino/a all’interno della famiglia naturale ovvero in un contesto più ampio, sino a recidere del tutto i rapporti con il nucleo di origine per creare nuovi legami affettivi.
Districarsi in tale conflitto non è facile, sia per le varianti collegate alla situazione contingente, dovute alle caratteristiche personali ed alle relazioni tra gli interessati, in particolare tra il bambino, da un lato, ed i genitori nonché i parenti sino al quarto grado, dall’altro, sia per la valutazione ed il peso da attribuire all’intervento delle agenzie di sostegno e tutela della famiglia, in particolare dei Servizi Sociali.
La difficoltà di orientarsi e di prendere decisioni in presenza di nuclei familiari problematici è tale che ha portato a riscrivere integralmente nel 2001 l’art.1 della legge 184/1983 ed a modificarne il titolo che l’introduce.
L’incapacità dei genitori, prevista dall’articolo 30 della Costituzione, presupposto dell’adozione nonché dell’affidamento e di tutti gli interventi sul nucleo familiare disfunzionale, deve essere coniugata con il principio solidaristico contenuto negli articoli. 29 e 31 della nostra Carta, espressamente sviluppato dall’art.1 della legge 184/1983 nonché da tutta la legislazione in materia, a partire dai Consultori sino agli istituti previdenziali, passando attraverso la disciplina del rapporto di lavoro e toccando tutti gli ambiti che presentano ricadute sul nucleo familiare, per diventare oggetto delle politiche sociali del Governo, come delineato in particolare dalla legge quadro 328 del 2000.
Il principio che orienta è il diritto del bambino/a di crescere ed essere educato nella propria famiglia, ma corollario indispensabile di tale affermazione, tale da esplicitarne la portata e sottrarla alla totale indeterminatezza dei principi generali, è lo specifico compito attribuito allo Stato, alle Regioni ed agli enti locali di operare in prevenzione rispetto all’abbandono attraverso “idonei interventi”.
È evidente che in circostanze tanto complesse, dove le competenze giuridiche si intersecano con materie così distanti dalla legge e con situazioni così delicate da scuotere e turbare nel profondo la sensibilità di ognuno, valutare lo stato di abbandono, al di là dei casi conclamati, diventa operazione quanto mai critica.