Regia: Antonio Capuano
Genere: Drammatico
Tipologia: Violenza familiare, Disagio minorile
Interpreti : Nando Troiano, Giovanni Bruno, MariaRosaria DeCicco
Origine: Italia
Anno: 1991
Trama: Vito è un ragazzino di 12 anni nato e cresciuto in una Napoli violenta e degradata. Il ragazzo assiste e sfugge alla strage che il padre compie la notte di Capodanno uccidendo tutta la famiglia. Verrà affidato a sua zia Rosetta, crescendo in contesto familiare ancora più perverso, dove lo zioviolenta la figlia e la stessa bambina è sfruttata ulteriormente come spacciatrice. In questasituazioneVito si chiude sempre più in se stesso passando il tempo con i videogiochi e guardando la televisione. “Sei mio figlio?” Urlerà una madre ad uno dei suoi amici? “E allora portami i soldi a casa. Mi devi pagare”. Naturalmente Vito ben presto lascia la scuola ed inizia a frequentare un gruppo di amici passando la gran parte del tempo per strada, stringe un rapporto di amicizia con Gaetano. I due inizieranno a procurarsi il denaro attraverso microfurti, scippi, rapine, droga, prostituzione. Sarà solo una questione di tempo prima che Vito finiscaper essere arrestato. Condottoin un istituto di correzione il ragazzo perfezionerà la sua situazione di giovane delinquente ma proprio durante la permanenza nell`istituto di correzione subirà uno stupro compiuto da tre suoi compagni di stanza più grandi di lui.La strada di Vito e di Gaetano è ormai segnata: la camorra li arruolerà per compiere un omicidio. I due ragazzini ucciderannosvolgendo senza alcuna pietà il compito loro assegnato. La formazione adesso è completa:Vito e Gaetano ora, sono diventati killer professionisti.
Recensione: Il film girato anche nel carcere minorile di Nisida, descrive con forza e crudezza la vita dei giovani adolescenti cresciuti nei quartieri degradati della città di Napoli. Vito è la metafora di questa realtà, un bambino che non conosce alternativa, al quale non viene offerta mai nessuna alternativa, nessuna possibilità di sfuggire a quel mondo infernale. Il suo arresto rappresenterà una sorta di iniziazione che potenzierà la sua considerazione all`interno della cerchia di amici. Quello che più angoscia nel film è la presenza della camorra che sembra osservare i giovani delinquenti ed è in attesa di reclutarli per addestrarli all`ingresso in quello che in gergo è definito “O’ Sistem”. Antonio Capuano ha il merito di aver portato sul grande schermo, nel 1991, questo genere di realtà, solo chi conosce la città di Napoli e le sue mille realtà poteva raccontare questa storia senza falsi pietismi.Nel film sono praticamente descritte le tappe che portano un adolescente a diventare camorrista, passando dal fallimento della famiglia,allecarenze e all’inadeguatezza sia della struttura scolastica inadatta ad identificare e seguire i ragazzini più a rischio, sia delle strutture di recupero (istituti di correzione) che di fatti diventano centri di addestramenti per futuri camorristi. Questi bambini crescono nell`assoluta indifferenza della comunità che li circonda che li rifiuta, sono abbandonati a loro stessi e per quanto possa sembrare assurdo trovano “assistenza” nelle organizzazioni criminali. Pertanto è logico porsi una domanda riguardo al titolo: “Vito” è il simbolo di tutti bambini ed adolescenti a loro volta vittime di un sistema che li porta naturalmente a diventare giovani criminali. Mentre il nodo cruciale è “gli altri” forse il regista si riferisce alla società perbenista che preferisce far finta di non vedere una realtà così scomoda? Il giovanissimo protagonista è oggi in carcere. Il film è stato giustamente premiato con ilNastro D’Argento 1992 come Migliore regista esordiente Antonio Capuano.
M. P.