Un_ponte_per_terabithia

Regia: Gabor Csupo

Genere: Fantastico

Interpreti: Josh Hutcherson, Anna Sophia Robb, Robert Patrick, Zooey Deschanel, Bailee Madison, Kate Butler, Latham Gaines, Devon Wood, Emma Fenton, Grace Brannigan, Judy McIntosh, Patricia Aldersley, Lauren Clinton, Isabelle Rose Kircher, Cameron Wakefield

Origine: Usa

Anno: 2007

 

 

Trama: Jess Aarons e Leslie Burke sono diventati grandi amici – dopo le iniziali baruffe che li hanno visti protagonisti durante una gara di corsa – e insieme si spalleggiano contro i bulli della scuola. Lei ama raccontare storie fantastiche mentre lui è un abile disegnatore e insieme danno vita a Terabithia, un mondo magico nascosto nel fitto dei boschi dietro casa a cui si accede solo attraversando un fiume per mezzo di una corda. Jess e Lesile, incoronatisi re e regina di Terabithia, sono protagonisti di storie fantastiche e rocambolesche avventure tanto che l’universo incantato si rivela forse l’unico posto per ripararsi dalla durezza della vita reale.

Recensione: “Un ponte per Terabithia” è tratto dal romanzo per ragazzi che Katherine Paterson scrisse nel 1976 per aiutare il figlio a superare la morte di una sua cara amica. Il libro riscosse un grandissimo successo, specialmente negli Stati Uniti, diventando uno dei testi scolastici più utilizzati, questo perché riesce a parlare di amicizia e perdita in modo toccante ma fantasioso.
Già da tempo c’era il progetto di tradurlo in pellicola e sulla scia del successo di film fantastici come “Le cronache di Narnia”, la Disney e la Walden Media l’hanno realizzato.
E’ riduttivo, però, definire “Un ponte per Terabithia” solo un fantasy per ragazzi, le tematiche affrontate nella pellicola sono molteplici e tutte legate al mondo reale degli adolescenti, o meglio dei ragazzi tra gli 11 e i 12 anni, momento cruciale di passaggio dall’infanzia all’adolescenza.Il regista Gabor Csupo descrive con sensibilità e intelligenza il rapporto che lega i due protagonisti, la loro amicizia e i loro problemi. Con pochi tocchi sapienti riesce a definire perfettamente le dinamiche familiari e scolastiche, senza appesantire la narrazione. Ma il suo merito più grande è stato riuscire ad integrare la parte fantasy al resto, senza snaturare la storia e senza che questa fagocitasse il resto della narrazione. Tutto si lega in modo organico ed armonioso, gli effetti speciali, in realtà piuttosto circoscritti, servono a spiegare meglio la realtà. Il potere dell’immaginazione aiuta a sconfiggere i veri mostri.
La parte più tragica è trattata senza facili patetismi, né scappatoie sentimentali, ma non per questo risulta meno coinvolgente.