“Tra il non nascere e il nascere in una famiglia di genitori separati, deve ritenersi prevalente la seconda opzione”: questo il sunto di quanto stabilito dal giudice di S.M.Capua Vetere, lo scorso 21 Gennaio.
Il fatto. Due coniugi decidono di ricorrere alla procreazione medicalmente assistita: percorso complesso, che non sempre fornisce subito i risultati sperati, e molto probabilmente, a lungo desiderati. Un primo tentativo fallisce, ma rimangono altri embrioni congelati.
L’antefatto. Qualche tempo prima la coppia aveva attraversato un periodo di crisi che aveva spinto l’uomo a chiedere la separazione, per poi ricredersi. La riconciliazione sfocia nella scelta, in pieno consenso di entrambi, di sottoporsi ad un ciclo di P.M.A. Qualche problema di salute impedisce l’impianto immediato, ma, nel frattempo, i rapporti tra i coniugi si deteriorano definitivamente. La donna però vuole ad ogni costo “quel” bimbo, incontrando la ferma opposizione dell’uomo.
Ricorre in giudizio e il Tribunale le dà ragione, anche in considerazione dell’età della donna: qualora la decisione venisse protratta, ciò potrebbe pregiudicare in modo irreversibile le aspettative di maternità. Il giudice afferma prevalente il diritto all’embrione a nascere e la tutela della procreazione rispetto al diritto del genitore. Viene ricordato, inoltre, come la L.40/2004 consente di revocare il consenso fino alla fecondazione e non dopo.
Inoltre, viene fatto osservare, come, la coppia, esisteva in quanto tale, fino al momento in cui aveva prestato il consenso, e ciò contribuisce ad affermare che la genitorialità spetta ai coniugi, anche se separati.
Sicuramente il caso fa riflettere. E molto. Fermo restando il diritto alla tutela della vita ancora in fieri, c’è da chiedersi se esiste un diritto del non ancora padre a non divenire tale. Il tribunale lo nega in modo deciso, paragonando le problematiche psicologiche che l’uomo subirebbe a quelle della donna che non vede realizzato il progetto di filiazione. Non solo: la irrevocabilità del consenso, fissata al momento della fecondazione contempera e bilancia la tutela degli interessi coinvolti.
Di sicuro c’è da chiedersi, su quale tipo di genitore potrà contare il bimbo una volta nato: un genitore che non lo desidera, un genitore “assente” molto probabilmente, un genitore che adempierà – per legge – ai suoi doveri, controvoglia. Certamente, la vita va tutelata in ogni suo aspetto, ma non si può imporre di amare una persona ad ogni costo, anche se questa è frutto di una scelta sbagliata. Ricordiamo che i minori, la vita che nasce, ha bisogno di armonia tra le due figure genitoriali, di affetto, amore e completezza. Senza dubbio, la figura materna sarà in grado di darglielo, ma il suo percorso, sebbene sostenuto anche da altre figure, altrettanto valide, quali nonni…, sarà pur sempre instabile e incompleto. Questo sicuramente nella prima fase di vita del bimbo, quella più delicata e ostacolerà di molto l’armonia e la serenità di cui necessitano i minori per crescere.