La direttrice del Master “Tutela diritti e protezione dei minori” dell’Università di Ferrara, la prof.ssa Paola Bastianoni approda, insieme ad alcuni suoi i collaboratori, a Firenze, per il Tour “Comunità a porte aperte” presso l’Istituto degli Innocenti.
L’Istituto degli Innocenti, che si occupa della tutela dell’infanzia sin dalla prima metà del XV secolo, è la più antica istituzione pubblica italiana dedicata alla tutela di bambine e bambini. L’Istituto oggi gestisce tre comunità educative residenziali che operano in stretto rapporto e collaborazione con il territorio: la Casa bambini, la Casa madri e la Casa Rondini ospitano bambini e madri, indirizzati all’ Istituto dai Servizi Sociali, che provengono da complesse situazioni di vita seriamente compromesse dal punto di vista psicologico e/o relazionale, o caratterizzate da devianza e/o povertà.
La Casa bambini ospita bambini e bambine da 0 ai 6 anni, fino ad un numero massimo di sette. Compito degli operatori presenti in tale struttura è favorire lo sviluppo psicologico e sociale dei minori e agevolare, quando è possibile, il processo di reinserimento nella famiglia di origine, o, in caso contrario, in una famiglia affidataria o adottiva, in un’ottica di continuità delle relazioni con i genitori naturali e di stretta collaborazione con i Centri Affido locali, il Tribunale per i Minorenni e i Servizi Sociali.
La Casa madri ospita sette madri con i figli o gestanti che, in qualunque momento della gravidanza, non desiderano riconoscere i propri figli. Le finalità sono, in un clima di collaborazione, aiuto reciproco, solidarietà e sostegno nella ricerca di lavoro, stimolare un percorso di crescita personale, migliorare la fiducia nelle proprie capacità, diventare autonome ed autosufficienti, stabilire autentici rapporti relazionali tra madre e bambino.
La Casa Rondini ospita quattro donne con i rispettivi figli già accolte in Casa madri e che si trovano nel periodo finale del percorso di autonomia, o madri provenienti dall’esterno su segnalazione dei Servizi Sociali Territori che hanno tuttavia raggiunto una stabilità psicologica ed un adeguato equilibrio affettivo con il figlio. Le donne/madri ospiti vengono sostenute nel loro percorso di autonomia rispetto alla ricerca di un lavoro, che le renderebbe indipendenti anche rispetto al circuito dell’accoglienza in comunità, grazie alla formazione professionale erogata nei laboratori di sartoria e di profumeria appositamente allestiti. Grazie al Progetto Rondini si è creato una rete di supporto e collaborazioni su tutto il territorio.
L’ Istituto si avvale, per la gestione dei servizi e delle strutture, dell’aiuto dell’Associazione Volontari che rappresenta, come sottolinea la responsabile servizio accoglienza Dott. ssa Paola Pistacchi, “un grande valore aggiunto”. I volontari, costantemente supervisionati e coordinati dal Responsabile e dal Coordinatore del Servizio Accoglienza, sono ex insegnanti, persone in pensione o che svolgono altri lavori e che decidono di dedicarsi ai minori organizzando attività ludiche e/o preparando i pasti per i bambini, offrendo sostegno alle mamme in specifici momenti della giornata, organizzando mercati, mostre, spettacoli di beneficenza per la raccolta di fondi.
Gli interventi della Dott. ssa Chiarantini, Giudice Tribunale per minorenni di Firenze, della Dott. ssa Russo, Giudice Onorario, e della Dott. ssa Spena, Sostituto Procuratore Presso la Procura Minorile di Firenze hanno sottolineato quanto sia necessario e funzionale un reale lavoro di rete e di stretta collaborazione tra Comunità,Tribunale, Procura, Servizi, per la salvaguardia dei minori e un valido ed efficace supporto alle madri in caso di difficoltà e inadeguatezza.
La dott.ssa Chiarantini, pur non sottovalutando i rischi del collocamento madre-bambino in comunità quando la madre presenti problematiche importanti quali la tossicodipendenza e problemi psichiatrici, ritiene tale soluzione, con il dovuto, necessario e qualificato supporto, ugualmente utile e importante perchè “ogni bambino ha il diritto di vivere con la propria famiglia, anche se – aggiunge- in questi casi il figlio di una tossicodipendente ha bisogno di un ambiente sano che non è quello di una comunità terapeutica in cui invece deve vivere la madre. Di estrema importanza diviene, perciò, il lavoro degli educatori e della Comunità nel creare ponti tra madre e bambino e tener sempre vivo il loro rapporto per restituire un futuro ad entrambi. Solo nel caso in cui ciò non fosse possibile e tale tentativo fallisse, la soluzione di trovare una famiglia affidataria e adottiva diviene indispensabile con il relativo prolungamento, purtroppo, dei tempi di permanenza in comunità”.
La Dott. ssa Russo specifica il ruolo fondamentale che ricopre la figura del Giudice Onorario, e focalizza la sua attenzione sull’ iniziativa fondamentale e fortemente voluta dal Tribunale di Firenze, di affiancare il Giudice Onorario al PM, soffermandosi sulla validità del lavoro da entrambi svolto (separatamente o congiuntamente) di monitoraggio delle condizioni in cui versano i minori in attesa di lasciare la comunità, grazie al quale il PM può ricevere informazioni esaustive in tempo reale. Il Giudice Onorario che ha, inoltre, il delicatissimo compito di supportare la Comunità nell ’affrontare eventuali limiti e problemi di natura giuridica, allarga gli orizzonti del bambino e si fa portavoce dei suoi bisogni; crea sinergie e mantiene i contatti con più Enti e altre figure professionali; compie delle visite in Comunità, anche inattese, con il Sostituto Procuratore, senza nessuna intenzione punitiva, ma con l’intento di rendere tutto più palese ed efficiente.
La Dott. ssa Spena chiarisce, infine, il delicatissimo compito del Sostituto Procuratore nella segnalazione al Tribunale dei singoli casi dei minori ospiti della Comunità e delle criticità riscontrate dagli operatori e trascritte nelle rispettive schede. Senza il ricorso del pubblico ministero al Tribunale, quest’ultimo non sarebbe informato e quindi messo nelle condizioni di intervenire a tutela del minore. In altre parole, nell ’eventualità in cui i bambini abbiano difficoltà ad esternare i propri problemi agli operatori o non si trovassero bene nell ’Istituto, interviene una nuova figura altrettanto importante quale quella del PM, vero referente istituzionale del minore.
Sia il Sostituto Procuratore Ersilia Spena che il Giudice Onorario Russo sottolineano il buon funzionamento delle Comunità visitate. Diversa è la situazione dei minori stranieri non accompagnati, non tanto per i richiedenti asilo quanto per quelli provenienti dal centro Africa. In riferimento a tale specificità il Tribunale di Firenze ha formato un pool di Giudici Onorari che si occupa di MSNA e di minori provenienti dall’ est, vigilando sulle loro condizioni di vita per evitare che cadano nella rete della microcriminalità. “Per questi ragazzi, pur trovandoci in un momento storico particolare- sostiene il Procuratore- “le Comunità rappresentano un luogo di riscatto, e, preparandoli alla vita, un investimento per le generazioni future. «Purtroppo», afferma con amarezza, «vi sono molte adozioni di ritorno o fallimento di affidi, soprattutto nelle adozioni internazionali». Il motivo è spesso insito nella frammentarietà delle informazioni del minore straniero che porta con sé quasi sempre un percorso di vita problematico, difficile, e un bagaglio di miseria e di lutti. A volte sono le stesse coppie a desistere perché, stanchi di attendere, sentono l’esigenza, a volte sottovalutando le conseguenze di tale scelta, di proseguire da soli senza riuscirci. Tali ripetuti fallimenti nelle esperienze di affido e adozione comportano spesso esiti psicopatologici e/o gravi difficoltà relazionali per i minori coinvolti.
Dott.ssa Alessandra Chiaromonte
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