Regia: Yves Yersin

Genere: Drammatico

Tipologia: Scuola

Interpreti: Gilbert Hirschi, Debora Ferrari, Sophie Jacot, Dylan Jacot, Cindy Christen

Origine: Svizzera

Anno: 2013

Trama: Sulle creste del Giura, ai confini del Val-de-Ruz nel canton Neuchâtel, sorge la scuola intercomunale di Derrière-Pertuis. Situato in una frazione di cinque case a 1153 metri di altitudine, l’istituto si trova al centro di una regione che i suoi abitanti chiamano «La Montagne», in una zona singolare, persa tra i pascoli. In questo paesaggio inviolato, ultimo baluardo del cantone sul confine delle Franches-Montagnes bernesi, Tableau noir indaga la vita della scuola seguendo per un anno una classe di sei allievi dai sei ai dodici anni, ciascuno coi propri successi e fallimenti.

Recensione: Recensione del film di Yves Yersin presentato al Festival di Locarno 2013, ambientato in una scuola elementare Svizzera in alta montagna. Sembra incredibile, ma sembra che neanche in Svizzera venga rispettato l’articolo 28 della Convenzione sui diritti del fanciullo relativo al diritto all’educazione. Siamo nel Giura, ai confini del Val-de-Ruz nel Cantone di Neuchâtel in una piccola frazione composta da 5 casolari chiamata “La montagna”, a 1153 metri di altitudine, in mezzo ai pascoli. Qui i bambini dai 6 agli 11 anni, 10 in tutto, frequentano tutti la stessa classe. Yves Yersin, regista svizzero molto conosciuto soprattutto in patria, racconta l’ultimo anno di vita della scuola di Derrière-Pertuis, unica della zona e una delle ultime scuole di alta montagna. Parole che richiamano direttamente o indirettamente i colori (bianco, inchiostro, porpora, fuoco, grigio, erba, azzurro e nero) scandisce i mesi e le stagioni di questo anno scolastico i veri protagonisti del film sono la scuola, l’insegnante Gilbert Hirschi e i bambini, con i loro successi e le loro difficoltà. A volte i discorsi dei bambini sono esilaranti: nella lezione sui mestieri una bambina dice alla sua compagna “alle nonne quello che interessa è solo lavorare a  maglia”; alla domanda dell’insegnante “quando è il tuo compleanno”, una bambina risponde “il mercoledì pomeriggio”; una bambina al compagno, commentando il suo disegno: “ma quando disegni guardi il modello? A me non sembra proprio”; l’insegnante alla bambina che ha recitato bene una filastrocca: “ma l’hai letta o la sai a memoria?”, lei risponde “L’ho letta un po’ a memoria”. E’ interessante osservare che accanto alle materie classiche come grammatica e matematica, i bambini vengono avvicinati ai mestieri rurali e al teatro, alternando varie attività fisiche come lo sci, il pattinaggio, il nuoto, le escursioni e i giochi di squadra all’aria aperta a seconda della stagione. Si tratta di un metodo d’insegnamento “montessoriano”, in cui i bambini fin da piccoli vengono responsabilizzati, imparando a vivere rispettando  l’ambiente e le tradizioni, a maneggiare gli strumenti tipici dei mestieri rurali della zona, come il pascolo di bovini e la lavorazione di burro e formaggio.Questo è l’ultimo anno per questa scuola, perché l’amministrazione comunale ha deciso di sopprimerla e di mandare in pensione anticipata il suo insegnante che ha lavorato lì per 41 anni. Nonostante il paese si mobiliti attraverso mozioni e referendum, il destino sembra oramai essere segnato. Il regista ha girato il film tra il 2006 e il 2007, dedicando 4 anni al lavoro di montaggio della pellicola. Il risultato è un ottimo esempio di documentario sociologico onesto, che alterna la quotidianità dei bambini con la battaglia della comunità per non far chiudere la scuola. Altri registi si sono cimentati nel seguire il percorso di un anno scolastico di bambini, come  Nicolas Philibert in “Essere e avere”, o adolescenti, come Laurant Cantet in “La classe”, entrambi film francesi. Ma questa volta c’è la consapevolezza che il risultato è anche un atto di denuncia per le scelte dell’amministrazione pubblica. Oggi Gilbert Hirschi, 68 anni, sostiene di aver voltato pagina. “L’ho mal vissuto, ma non ho voglia di star male tutta la vita“, racconta. Per l’insegnante in pensione, il tuo tempo ora è dedicato ad un’associazione costituita a favore di una scuola in Ghana. Nel film si parla di scambi di corrispondenza, foto e disegni tra allievi delle due scuola svizzera e ghanase, come accade coi gemellaggi in altre scuole e in altri paesi. Ma il film serve anche a far conoscere questi scambi e a rilanciare la catena di solidarietà a favore di questa scuola ghanese, sostiene Gilbert. Al termine della proiezione tra i film in concorso al Festival del Film Locarno 2013, sono saliti sul palco alcuni dei piccoli protagonisti insieme al loro grande insegnante, per ricevere tutti un meritato applauso.

Joseph Moyersoen

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