ricomincia da oggi

 

 

 

 

 

 

Regia:  Bertrand Tavernier

Genere: Drammatico

Tipologia: Il mondo della scuola

Interpreti: Philippe Torreton, Maria Pitarresi

Origine:  Francia

Anno: 1998

 

Trama: Il diario appassionato di Daniel, un insegnante e direttore d’asilo a Hernaing, cittadina di settemila abitanti  nel cuore di una delle regioni più povere di Francia. Sensibile, altruista, appassionato al lavoro, alle prese con i continui problemi quotidiani della scuola che lo assillano (dai rubinetti del bagno che non funzionano alla mensa scolastica , dalle rette al bilancio sempre più magro), impegnato nella lotta contro ogni forma di miseria e disagio sociale, tocca con mano ogni giorno le gravi difficoltà di sussistenza delle famiglie e vorrebbe fare qualcosa per ridare fiato e speranza ad una zona di minatori un tempo ricca e tranquilla. Quando la signora Henry, madre dell’alunna Laetitia, sviene ubriaca nel giardino della scuola e poi fugge via, dimenticando Laetitia e il fratellino più piccolo, Daniel.si prende cura dei due bambini abbandonati e  decide di riportarli a casa. Lì può verificare le spaventose condizioni di vita di quel nucleo familiare. Cerca allora di mobilitare gli assistenti sociali e altri organismi, ma si scontra con la burocrazia, l’inefficienza dei servizi, la mancanza di personale, le ristrettezze dei bilanci, gli artificiosi e vuoti discorsi dei politici. Il gesto diventa un caso nazionale e poco dopo arriva all’asilo un ispettore per verificare il lavoro che sta svolgendo. In seguito Daniel, molto nervoso anche per i rapporti con i genitori e con la donna con cui vive, respinge la signora Henry, la quale si uccide con i figli. Affranto dal dolore e da tutto ciò che sta accadendo non va ai funerali, ma da quel momento lui e Valeria, la fidanzata, riescono a scalfire il muro di diffidenza e scoraggiamento della cittadina e con alcuni genitori cominciano a prendere posizione. All’ asilo si prepara una grande festa. Daniel chiede a Valeria di sposarlo. Sui volti dei bambini, una voce fuori campo: “Ci sono cose che non verranno mai cancellate”.

Recensione: Se si vuole dare un primo immediato significato al film diretto da Bertrand Tavernier  lo si deve cercare tutto nel titolo: Ça commence aujourd’hui ovvero Ricomincia da oggi e si comprende subito che, pur nella sua drammaticità, esso è il film della speranza. La speranza che si coglie sui volti innocenti e sorridenti dei bambini e delle bambine nel finale. Gli unici che sono in grado di dare il coraggio e la forza di ricominciare a Daniel Lefebvre, maestro e direttore d’asilo, sfiduciato ed avvilito per non aver saputo e potuto salvare la vita a due di essi che la mamma ha soppresso insieme alla sua misera e disgraziata esistenza. La speranza, il coraggio e la forza di continuare a lottare contro quelle istituzioni che pur dovevano salvaguardare le loro vite. Istituzioni in cui insegnanti, assistenti sociali, sindaco, con sfacciata disinvoltura e scarso senso di responsabilità e umanità  nascondono dietro gretti formalismi la propria professionalità, il proprio compito, il proprio mandato. Hernaing è una cittadina di ex minatori del nord-est della Francia, misera e degradata con oltre il 30% di disoccupati. Inevitabilmente i problemi economici ricadono sulle famiglie. I bambini arrivano a scuola affamati, con abiti rattoppati,. con i lividi sul corpo. Daniel ama i bambini, ama il suo lavoro, chiede aiuto, si ribella, ma  le ristrettezze di bilancio, i tagli del personale, l’ottusità della burocrazia e della politica  nulla possono per alleviare il disagio di chi non può pagare la retta. E quando chiede con insistenza ai servizi sociali di intervenire in aiuto di Henry, la mamma alcolizzata di Laetitia, abbandonata dal compagno e senza lavoro, in cambio ottiene una visita ispettiva a mortificare il suo impegno e la sua dedizione al lavoro Henry si toglie la vita e la toglie a Laetitia e all’altro figlio più piccolo. Pur tuttavia Daniel da questa tragedia e dal sorriso dei bambini riceve più forza, più determinazione, più coraggio. Sa che deve ricominciare. Diverso il finale di questo film di Tavernier dal più ironico Io speriamo che ma la cavo della Wertmüller. Entrambi ambientati in realtà poverissime e degradate, ma immerso in un fatalismo che lascia poche vie d’uscita, il secondo. Il piccolo Raffaele, infatti, che ha fratelli in carcere e contatti lui stesso con la manovalanza della  camorra, conclude il suo tema su una probabile fine del mondo con un amaro «Io, speriamo che me la cavo».

A. C.

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