Regia: James Mangold
Genere: Biografico, Drammatico
Tipologia:Istituzionalizzazione, Disagio minorile
Interpreti: Winona Ryder, Angelina Jolie, Clea Duvall, Brittany Murphy, Elisabeth Moss, Jared Leto
Origine: Usa
Anno: 1999
Trama: E’ il 1967 e la diciassettenne Susanna somiglia a tante altre adolescenti americane sue coetanee: è confusa, insicura e cerca disperatamente di dare un senso al mondo in veloce cambiamento che la circonda. Ma lo psichiatra con cui si incontra – per la gentile concessione dei suoi genitori – dà a questo un nome preciso, disturbi marginali della personalità – “che si manifestano attraverso un incertezza riguardante la propria immagine, gli obiettivi a lungo termine, i tipi di amicizie o di amori da avere e i valori da adottare” – e se ne lava le mani spedendola al Claymoore Hospital. Qui Susanna conosce un gruppo di ragazze fuori dagli schemi, che non solo diventano le sue più care amiche, ma le illuminano la via per ritrovare una persona che aveva perso di vista: se stessa. Adattamento del diario scritto da Susanna Kaysen “La ragazza interrotta” traccia una linea sottile tra normalità e patologia. L’elemento di base del film è il maltrattamento psicologico subito spesso all’interno delle proprie famiglie, ma non riconosciuto e individuato come causa dei conseguenti disturbi mentali. La visione della follia presentata è intesa secondo il punto di vista di Foucault il quale affermava che: “ il matto è chi non serve alla società economicamente intesa, la contesta fino a costituirsi fastidioso elemento di disturbo”. Per questo motivo l’istituto psichiatrico si configura come luogo con l’unico scopo di isolare i malati mentali dal resto della società, per riparare e proteggere coloro ritenuti “normali”.
Recensione: Ragazze Interrotte è un viaggio a colori in un’America ancora ottusa alla fine degli anni ’60, una storia drammatica che porta lo spettatore a riflettere profondamente sul significato della parola follia. Ci si renderà conto, per tutta la durata del film, di quanto sia soggettivo reputare un individuo “normale” e non pazzo. In fondo ognuno di noi è almeno in minima parte un soggetto nevrotico e dati i tempi che corrono siamo tutti più che giustificati. Risulterà quindi più che lecito immedesimarsi, anche solo in minima parte, nella protagonista Susanna. Ma non preoccupatevi, perchè ciò starà semplicemente a significare che siete delle persone intelligenti e sensibili. La forza di volontà, il coraggio di dirsi la verità guardandosi negli occhi davanti al proprio specchio, accettandosi per quello che si è, può aiutare ognuno di noi a risalire dal baratro. Tutti hanno attraversato, durante il corso della vita, dei periodi difficili e chissà quanti ne verranno ancora, ma nonostante questo non bisogna mai darsi per vinti. La depressione è una cosa brutta e a Susanna verrà riscontrata la patologia “borderline”, ma credendo in sè stessi si può superare e vincere ogni disagio. Con l’aiuto dell’analisi, della famiglia, degli amici e del proprio compagno/a, ognuno di noi può uscire definitivamente dal tunnel. La vita, come diceva Svevo nella Coscienza di Zeno, non è né brutta né bella, ma semplicemente originale. Il segreto sta nel provare a viverla nel miglior modo possibile, cercando l’equilibrio dentro di sé e non al di fuori, perchè nessuno in fondo può essere salvato da qualcuno che sta all’esterno. Fare le vittime di un’esistenza ingiusta e senza scopo è troppo semplice. Molto più complicato è vivere la vita in ogni sua forma, accettando anche il dolore che essa stessa molto spesso ci procura. La soddisfazione che proverete, rialzandovi nuovamente con l’ausilio delle sole vostre forze, avrà un valore talmente inestimabile da far arrivare la vostra autostima fin sopra le montagne. Quindi, per non finire in “manicomio” anche voi, cercate di non sopravvivere, ma di vivere la vostra vita in prima persona, nel modo più semplice possibile, rallentando i ritmi e soprattutto capendo che l’uomo in realtà, ha bisogno di ben poche cose per riuscire a trascorrere una vita serena e soddisfacente.