Regia: Alberto Negrin
Genere: Drammatico
Tipologia: Legalità
Interpreti: Pierfrancesco Favino, Anita Carioli, Andrea Gherpelli, Marco Boccardo, Gregorio Ferreri, Alma Noce
Origine: Italia (Film TV RAI 1)
Anno: 2014
Trama: È una storia di corruzione, di illegalità e di mafia che ha interrotto la vita dell’onesto e «anonimo» avvocato Giorgio Ambrosoli, segnato tragicamente la sua famiglia e sconvolto l’intero Paese sul piano politico-economico-giudiziario. Il film stesso è tratto dalla biografia scritta nel 2009 dal figlio dell’avvocato, Umberto, all’ epoca bambino, ottenendo il premio Capalbio nella sezione “politica e istituzioni” e, nel 2010, il premio Terzani. L’ avvocato Ambrosoli, nel 1974, ottiene l’incarico di liquidare la Banca Privata Italiana di proprietà di Michele Sindona e si rende subito conto degli intrighi e dei mille lati oscuri che coinvolgono la vicenda finanziaria di tale Banca. Nonostante le difficoltà e le minacce, pur pensando ai pericoli a cui va incontro e all ’incolumità della propria famiglia, decide di proseguire il suo lavoro, qualunque cosa succeda, con impegno professionale e spiccato senso civico di uomo onesto e libero. Diventa un pericolo, un bersaglio vulnerabile, facilmente raggiungibile e, nella notte tra l’11 e il 12 luglio 1979, viene ucciso sotto casa sua da un killer della mafia italo-americana, assoldato da Sindona. Sindona stesso qualche anno dopo si avvelena (?) in carcere dove fu rinchiuso per l’omicidio.
Recensione: Il film che RAI 1 ha prodotto nel 2014 per la televisione italiana narra le vicende del dissesto finanziario della Banca Privata Italiana di proprietà del discusso faccendiere Michele Sindona, ma soprattutto la storia umana, professionale e tristemente famosa dell’avvocato Giorgio Ambrosoli incaricato di liquidare la Banca. È un film tragicamente attuale. Le Banche, dopo trent’ anni, continuano allegramente a fallire manovrate da burattinai occulti, mietendo vittime e lasciando sul lastrico risparmiatori ingenui e fiduciosi in un paese dove tutto si mescola e continua a convivere tra ambizioni personali, finanza, economia, politica, corruzione. Qualunque cosa succeda magistralmente diretto da Negrin e interpretato da Favino, non nuovi a questo genere di racconti televisivi in cui storia e aspetti personali si connaturano e si integrano come in L’ultimo dei Corleonesi, Paolo Borsellino – I 57 giorni o in Gino Bartali – L’intramontabile e in Pane e libertà che narra la vita del sindacalista Giuseppe Di Vittorio, ripercorre con discrezione, senza cadere nella partigianeria, piaggeria, criticismo forzato o banalità quel pezzo di storia italiana degli anni Settanta contraddistinto dal clima insidioso e ambiguo del così detto terrorismo di Stato e non ( servizi segreti, brigate rosse, logge massoniche) e dei legami tra potere, politica, finanza e criminalità. Tutte le vicende politiche.finanziarie, il coinvolgimento di uomini politici, di funzionari del Vaticano, della mafia e della P2 vengono narrati con rigorosità documentale e storica. La figura di Ambrosoli,tuttavia, nel film, non viene descritta come un eroe, anche se ne ha tutte le caratteristiche, ma come ilsimbolo dell’attaccamento allo Stato e come un uomo che pur sapendo deipericoli a cui andava incontro compie il suo dovere fino all’ estremo. Ciò emerge dalla lettera che l’avvocato scrive alla moglie e che il figlio Umberto riporta nel suo libro anche come valida risposta all’ inopportuna affermazione dell’ on. Andreotti, riguardo alla sua morte, in una intervista televisiva, di essersela cercata:. « Pagherò a caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese […] Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo».