a cura di Emanuele Ortu, Edizioni Junior, 2022
Le questioni di genere, da sempre presenti nel dibattito della letteratura per l’infanzia, hanno assunto negli ultimi anni, nell’editoria di riferimento, una presenza e degli spazi espliciti sempre più estesi. Libri senza stereotipi, bibliografie messe all’indice perché “gender”, accuse alle fiabe di essere portatrici di una cultura patriarcale, pubblicazioni e collane esplicitamente connotate esclusivamente per un determinato genere: sono solo alcuni esempi di fenomeni sociali e editoriali trasversali, con radici antiche e composite, che rendono manifesta un’attenzione viva e costante. «Le conclusioni sono la parte più effimera della ricerca», ci ricorda Marianella Sclavi. Ed è in quello spazio d’indagine, in quell’apertura ai paradossi, in quel dubbio generativo, che trova dimora questo volume. Una ricerca votata alla complessità, come epistemologia di riferimento, e condotta con attenzione scientifica: scelte necessarie per non cadere nel facile richiamo di un approccio tassonomico, che porterebbe a uno sterile gioco in cui schierarsi tra i possibili fenomeni editoriali, opzioni praticate grazie a un’attenta analisi delle stereotipie di genere nella produzione delle narrazioni per l’infanzia e per gli/le adolescenti negli ultimi dieci anni e, ancora, attraverso un lavoro sul campo che ha permesso di sperimentare anche con bambine/i e adulti alcuni dei libri qui studiati, così da potersi aprire a una costante messa in discussione. Il volume vuole contribuire al dibattito condividendo una metodologia di lavoro in ottica processuale; un punto da cui lettrici e lettori possano partire per i propri percorsi legati alla tematica.