Siamo giunti alla fine del nostro percorso di presentazione del Master. Avete conosciuto la maggior parte dei docenti e degli insegnamenti dell’a.a. che sta per iniziare. Alcuni docenti li avete incontrati nei webinar e negli eventi organizzati nei mesi scorsi, di altri avete letto le brevi presentazioni dei loro insegnamenti pubblicate sul sito del Master, altri ancora li avete conosciuti all’Open Day. Con questa ultima pubblicazione sull’insegnamento “La scuola come contesto protettivo e inclusivo” condotto dalla docente Anita Gramigna, Prof. Ordinario di Pedagogia Generale e Sociale dell’Università degli Studi di Ferrara, chiudiamo la sezione “Ci presentiamo”, augurando a tutti quelli che hanno seguito le nostre pubblicazioni un libero e giusto cammino sulla strada dei diritti umani e minorili.
La Redazione
Durante i nostri incontri cercheremo insieme di studiare gli strumenti culturali, emozionali e strategici che allestiscono un ambiente formativo inclusivo.
EPISTEMOLOGIA: Il filo conduttore sarà tracciato dal Principio Solidale,
quell’atteggiamento cognitivo che guarda alla realtà con una sensibilità relazionale (cogliere i nessi di significazione fra i fenomeni e dentro un medesimo fenomeno, essere in grado di far agire contemporaneamente differenti stili di apprendimento, linguaggi, codici, intelligenze, consapevolezza profonda della processualità e della molteplicità del nostro io) e che contempla il bene di tutti gli elementi implicati nelle relazioni che intreccio. Potremo tentare di elaborare una definizione di bene nell’equilibrio che segna con un sentimento di amore la relazione e che “tocca” tutti i suoi poli. E potremo provvisoriamente definire l’amore come “tensione di cura per l’altro” (quando amo voglio il bene di chi amo e lo voglio prima del mio stesso bene perché l’idea stessa del suo malessere mi è insopportabile). L’amore è il massimo di alleanza che io sancisco con l’altro. Insomma, l’unità di significazione non può essere il soggetto, perché nessun soggetto può vivere isolato dall’ambiente naturale, sociale, ecc… perché non respira, non mangia, non ama …, allora l’unità ontologica è il soggetto-nell’ambiente, cioè nelle relazioni. La relazione è una struttura ontologica perché non è possibile pensare all’essere umano, alla vita, alla realtà, al mondo senza utilizzare questa categoria. Se la persona non esiste se non dentro la relazione, è la relazione il principio, il cuore pulsante dell’etica e dunque risulta etico un comportamento che si preoccupa del bene di tutti i poli implicati nella relazione, non solo di quello che ora mi appare come il mio bene. La solidarietà è appunto questo: pensare e perseguire il bene di quanti – e di quanto – sono in relazione con me. Perché? Perché questo mi aiuta a vivere meglio. Perché il bene dell’altro si riverbera su di me, anzi, “definisce” e “determina”, nel profondo, il mio bene, perché io-sono-in-relazione con l’alterità, non esisto fuori da questa relazione. Gli esempi dall’ecologia all’economia, si sprecano.
METODOLOGIA: La narrazione è ad un tempo metodo e contenuto nei processi di indagine della realtà e dunque di costruzione della conoscenza. È metodo perché fa leva sull’interpretazione degli eventi entro un intreccio significante che offre un significato esistenziale all’esperienza ed è contenuto per gli eventi che narra come per i personaggi che evoca, ma anche per i dettagli che costellano una storia: il cibo, le abitudini, i contesti di vita, ecc… In questo senso possiamo affermare che la narrazione è una forma del pensiero che interpreta un’esperienza in modo complesso, ovvero evocando sensazioni e sentimenti nel mentre che esamina eventi attraverso le concettualizzazioni. Questo modo di costruire, organizzare e di divulgare la conoscenza diventa ancora più interessante sotto il profilo educativo quando ci addentriamo nei contesti dolenti della differenza.
CONTENUTI: Differenza e sofferenza; Accoglienza e trasformazione; Narrazione e dialogo educativo; Empatia e coscientizzazione emozionale; Relazione e conoscenza.
Vi aspetto!
Anita Gramigna