Le famiglie omogenitoriali in Italia

Due psicologhe ferraresi espongono attraverso un libro la condizione delle famiglie con genitori omosessuali in Italia, delineandone i (pochi) diritti, le caratteristiche comportamentali e la posizione all’interno della società.

19 febbraio 2016 – 16:45

ROMA – In un periodo come quello attuale, infuocato da manifestazioni pubbliche in merito alle sempre più agognate unioni civili e caratterizzato da tensioni politiche riguardanti la medesima questione, è necessario disporre di un quadro generale sulla situazione delle famiglie italiane con genitori omosessuali, dette anche omogenitoriali. E’ infatti questo lo scopo principale per cui Paola Bastianoni, professore in Psicologia dinamica all’Università di Ferrara, e Chiara Baiamonte, medico e psicoterapeuta, si sono dedicate alla cura del manuale “Le famiglie omogenitoriali in Italia: relazioni familiari e diritti dei figli” (Edizioni Junior).

Le famiglie omogenitoriali in Italia

“E’ importante oggi poter parlare di famiglie omogenitoriali in una società, la nostra, ancora troppo omofoba ed eterosessista – afferma Bastianoni – . E’ necessario perché ogni giorno vengono violati diritti innegabili di figli e genitori a causa della sopravvivenza di pregiudizi e stereotipi dalla connotazione fortemente negativa verso l’omosessualità […]”. Non si può infatti negare che la società italiana odierna, pur essendosi nel corso degli anni sradicata da molti pensieri ed opinioni tradizionaliste, continui ad avere numerosi preconcetti nei confronti di queste minoranze sessuali. Di conseguenza, perché si abbia un panorama più ampio riguardo le famiglie omogenitoriali nel nostro paese, il volume è stato opportunamente strutturato in cinque capitoli, ognuno dei quali scritto per mano di diversi collaboratori.

La stesura del primo capitolo è stata difatti affidata ad Antonio Rotelli, ex-presidente di Rete Lenford e ora avvocato del Foro di Taranto. In questa sezione egli tratta in primo luogo dei diritti delle famiglie omogenitoriali nel panorama giuridico internazionale, soffermandosi secondariamente sulla mancanza di una legislazione che possa tutelarle in Italia, per poi rilevare anche degli aspetti di trasformazione in questo ambito. Di simile argomento è anche l’ultimo capitolo del libro, scritto da Giuseppe Spadaro, Donatella Donati e Salvatore Busciolano, rispettivamente presidente, magistrato e giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Bologna: qui il lettore viene introdotto all’apertura dell’istituto dell’affidamento familiare a una coppia omosessuale, sottolineando l’interesse del minore del diritto a crescere in ambiente familiare idoneo. Ciononostante, sarebbe inutile crearsi delle aspettative ottimistiche quando in realtà la Costituzione non salvaguarda i diritti delle famiglie omogenitoriali, anche perché “nel nostro ordinamento” – sostiene Rotelli – “il diritto di sposarsi e il matrimonio sono prerogative fondamentali da cui le persone omosessuali, che sono una minoranza, sono escluse unicamente in ragione del loro orientamento sessuale”.

Nel secondo capitolo Silvia de Simone, ricercatrice universitaria, descrive esaustivamente la nascita, i partecipanti e l’evoluzione dell’associazione denominata “Famiglie Arcobaleno” (Fa), di cui la stessa studentessa è socia. Fa nasce nel 2005 attraverso l’ufficializzazione sul web di alcune relazioni personali createsi nell’ambito di un forum di discussione costituito da mamme lesbiche. Oggi l’associazione è composta da circa un migliaio di soci, i quali sono uomini e donne omosessuali o con il forte desiderio di concretizzare il loro progetto di genitorialità, o che hanno già avuto figli da relazioni eterosessuali precedenti.

I capitoli centrali, di impronta fortemente psicologica, si focalizzano invece sugli aspetti psichico-caratteriali che contraddistinguono i vari genitori omosessuali e i loro figli. Il terzo è infatti scritto da Federico Ferrari, psicoterapeuta e didatta del Centro Milanese di Terapia della Famiglia: qui viene evidenziato come, anche per mezzo di studi effettuati all’estero, si è giunti alla conclusione che i ragazzi cresciuti in famiglie omogenitoriali manifestano una spiccata libertà e ambizione nel fantasticare progetti sul futuro e sono meno vincolati da stereotipi nelle scelte delle attività ludiche. Per di più Bastianoni, Baiamonte e Francesca de Palo, docente di Psicologia all’Università di Padova, attraverso una ricerca sulla gestione congiunta dell’accudimento dei figli nelle coppie omosessuali e sulle relative dinamiche familiari, sono arrivate ad affermare con fermezza nel quarto capitolo che “non si riscontrano differenze significative tra lo stile educativo delle famiglie omogenitoriali rispetto a quelle eterosessuali […], a conferma dell’indipendenza dei costrutti di genitorialità e orientamento sessuale”.

Mediante un’analisi di questi dati estremamente soddisfacenti, è inconcepibile pensare come ancora oggi non vi siano delle tutele specifiche per tali minoranze. Come infatti saggiamente afferma la ricercatrice De Simone nella seconda parte del manuale, menzionando il celebre episodio di Rosa Parks del 1955, “Ancora oggi sono due i sedili degli autobus su cui non si possono sedere i genitori omosessuali in Italia, quello della coniugalità e quello della genitorialità, un modo per comunicare alle persone Lgbt che sono cittadini di seconda classe”. (Riccardo Bacalini)

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