Parlare dello spazio fisico dove si accoglie è cosa inconsueta. Lo si fa solamente in termini amministrativo-burocratici ( autorizzazioni e accreditamenti) e poche volte lo sento fare come se si parlasse della propria casa, del luogo che ci rappresenta e dove accogliamo chi arriva da grandi sofferenze.
Girando l’Italia per le Comunità, spesso entro in Spazi Fisici che nulla hanno di casa, nulla hanno di personale, di caldo, colorato ed accogliente.
La tendenza è quella della mediocrità, dello sporco e dello sgualcito.
Lo Spazio Fisico è la Casa, la nostra Casa. Lo spazio fisico è l’icona di noi stessi, e la sua cura, personalizzata ed originale, ci rappresenta come uomini e donne che accolgono bambini o ragazze.
Lo Spazio Fisico rappresenta la coerenza o l’incoerenza di un gruppo nell’accogliere: è come una nostra foto di gruppo che potrà essere disadorna, mal conservata, fredda e magari anche disordinata, oppure calda, accogliente, ordinata e pulita, profumata ed adatta a chi stiamo aspettando.
La Casa ci rappresenta.
Ogni Spazio Fisico ci rappresenta.
Chi dice di fare accoglienza, relazione di aiuto o addirittura di cura e lo fa in un logo sporco ed inadeguato, fa solo sporcizia.