Regia: Cristina Comencini
Genere: Drammatico
Tipologia: Violenza familiare, Diversità, Diritti dei minori
Interpreti: Giovanna Mezzogiorno, Alessio Boni, Stefania Rocca, Anela Finocchiaro, Luigi Lo Cascio
Origine: Italia
Anno: 2005
Trama: Sabina è una doppiatrice. Vive felicemente la sua professione e la vita matrimoniale con Franco, un attore televisivo. I suoi genitori, appartenenti ad una famiglia benestante, sono morti da tempo. Ricorda pochissimo della sua infanzia. Un giorno, mentre doppia una ragazza che ha subito uno stupro, senza rendersi conto, dà un fortissimo urlo. Da quel momento ha continui e spaventosi incubi. La sua amica Emilia a cui riferisce il problema, colpita da una grave malattia agli occhi, è ormai cieca e la collega Maria è stata abbandonata dal marito. Non è sicuramente da loro che può ricevere conforto. Si accorge, nel frattempo, di essere rimasta incinta, ma ritiene di non rivelare quella che dovrebbe essere una lieta notizia al marito. Decide, invece di recarsi negli Stati Uniti dal fratello maggiore Daniele dove insegna all’ Università della Virginia a Charlottesville. Sabina confida al fratello la sua gravidanza e gli chiede di raccontarle della sua infanzia. Daniele le racconta che nell’infanzia era stato più volte abusato dal padre con il tacito consenso della madre fino a quando si era ribellato scagliandogli contro un pesante posacenere e minacciandolo di morte se avesse violentato anche Sabina. Quando, anni dopo, il padre, nell’ospedale in cui era stato ricoverato, gli confessò di averlo fatto, Daniele gli fece iniettare una forte dose di morfina causandogli la morte. La tragica confessione unisce ancor di più i due fratelli. Daniele è convinto che la nascita di un figlio le recherà sollievo e le rimarginerà l’orribile ferita. Al suo ritorno in Italia Sabina rivela al marito di aspettare un figlio. Franco non sembra entusiasta. Aveva allacciato una relazione con un’attrice della fiction e a questa notizia si trattiene di parlarle del tradimento. Il rapporto fra i due va avanti con freddezza. Emilia e Maria, intanto, provate e deluse dalla vita scoprono fra loro un’attrazione saffica e allacciano una relazione d’amore. Sabina è felice per loro. Franco temendo che la freddezza della moglie sia legata al sospetto per il suo il tradimento le confessa tutto. Sabina, a sua volta, gli parla degli abusi subiti dal padre nell’infanzia. Tutti insieme: Sabina Franco, Emilia, Maria si trasferiscono nel casolare di campagna del regista Negri per girare un nuovo film. C’è un caldo torrido. La gravidanza è ormai al termine. Sabina, all’insaputa di tutti, si allontana e partorisce da sola, in un treno deserto, un bambino che chiamerà Daniele come lo zio.
Recensione: La bestia nel cuore è considerato il miglior film della regista Cristina Comencini tratto dal suo omonimo romanzo. Il film è del 2005. Al Festival di Venezia ha conseguito la nomination al Leone d’oro per la regia ed il riconoscimento per la migliore interpretazione femminile a Giovanna Mezzogiorno. L’anno successivo insieme a molti altri riconoscimenti è stato assegnato ad Angela Finocchiaro il David di Donatello e il Nastro d’argento come migliore attrice non protagonista e la nomination all’Oscar come miglior film straniero. Il film è stato girato in solo undici settimane nel Salento presso le Ferrovie del Sud Est, a Cinecittà, negli Stati Uniti e in Inghilterra. Il film ha forte impatto emotivo. La regista, con grande acume, grazie anche ad un cast d’eccezione, un’oculata scenografia, una perfetta fotografia e una coinvolgente, delicata, colonna sonora, ha saputo mettere insieme temi laceranti e scottanti come l’incesto, consumato con la ripugnante omertà di una madre, e il parricidio con altri ugualmente difficili e complessi come quelli dell’omosessualità e l’infedeltà di coppia. È la stessa Comencini a sintetizzarne il contenuto e il significato: «la storia di una donna che ha un grande incubo che la mette in contatto con una parte di sé che non conosce e arriva a stravolgere tutta la sua vita. Scoprendo la verità, potrà ricominciare a vivere». La «bestia» che, con peso e forme diverse, alberga in ogni cuore, si palesa in modo nebuloso e doloroso e non sempre chiaro. In Sabina si rivela attraverso un incubo improvviso. La tragica verità e spiegazione avviene, però, attraverso il filtro del racconto di un’altra vittima, Daniele, e si stempera con un altro racconto liberatorio, quello della stessa protagonista al compagno Franco dando, così, l’avvio alla necessaria rimozione e a un futuro più sereno unitamente ad una nuova vita: il bimbo che prenderà il nome dello zio. È, del resto, il racconto, la rivelazione del proprio malessere che unisce tutti i personaggi (Daniele – Sabina, Emilia – Maria, Franco – Sabina): «ognuno di loro», spiega ancora la Comencini, «potrà costruire qualcosa di nuovo solo dopo che questa verità sarà stata svelata».
A. C.