Regia:  Roberto Andò

Genere: Drammatico

TipologiaDisagio minorile

Origine: Italia

Anno: 2021

Ne “Il bambino nascosto” Il regista Roberto Andò mette in scena l’incontro di due soggetti molti particolari: un adulto che ha scelto di distaccarsi, da tempo, da una vita borghese e un bambino che, senza sapere e volere, sa di essere condannato a morte.  La casa-nascondiglio offrirà, quindi, oltre che protezione a Ciro dai camorristi che lo stanno cercando per un oltraggio al crimine per il quale deve pagare un prezzo, anche l’occasione, dopo il sospetto iniziale, per l’avvio, tra i due protagonisti. di un profondo training emotivo e conoscitivo.  Dice il regista; “Ognuno è costretto a capire chi è l’altro, e a imparare l’alfabeto di una grammatica nuova, della quale, ognuno dei due, non conosce le regole. Questo è il cuore del film (come pure del romanzo), e anche il movente, la sfida, da cui sono partito. Far emergere da un paesaggio in rovina, due figure, un adulto e un bambino, che dapprima sono costrette a nascondersi e a elaborare una forma di convivenza, e dopo ad amarsi come padre e figlio.”

Continua, in un’intervista rilasciata subito dopo la prima uscita del suo film nelle sale cinematografiche: “Sono cresciuto in una città, Palermo, dove il crimine è un luogo comune e anche un alibi per non affrontare chi si è. Come sempre, l’avere un nemico, rende tutto più semplice. L’oltraggio peggiore che deriva dal convivere giorno per giorno col crimine è il pericolo di essere inconsciamente abitati dai gesti e dalle parole che ne riproducono la voce. Di esserne invasi interiormente, e moralmente.

Per difendersi da questo pericolo, il mio protagonista, Gabriele Santoro, vive in una sorta di dormiveglia. È un musicista e questo gli rende le cose più facili. Essendo abituato a questo stato mentale, è predisposto ad accogliere la complessità del mondo facendo a meno delle parole. Noi che siamo nati al sud, dal momento in cui emettiamo il primo vagito e apriamo gli occhi, siamo prigionieri di un paesaggio indolente che, il più delle volte, non sembra scalfibile. Il mio protagonista è peraltro uno che per scelta non ha previsto discendenze, che non ha figli. È un uomo solo. Un intellettuale che intrattiene un dialogo intenso solo con se stesso, che non ha contatti col mondo. Vive immerso in una vera e propria penombra della mente e quando scopre il bambino nascosto in casa, si risveglia da questo stato sonnolento ed è costretto ad agire. Da quando scopre Ciro in casa, da quando capisce che non c’è nessuno a cui delegare la protezione e la salvezza di questo bambino, e che la legge, rappresentata dal fratello magistrato, se ne lava le mani, inizia a relazionarsi con Ciro in modo diverso e, via via, dopo una iniziale diffidenza, cresce un rapporto che alla fine lo legherà in maniera profonda a lui. Il bambino gli fa ritrovare una energia che sfugge a qualunque definizione se non a quella che circoscrive l’affetto di un padre. Qualcuno ha detto che il cinema, la letteratura, l’arte, sono i luoghi degli strappi che non si possono ricucire. Ciro, il bambino nascosto, è uno di quegli strappi. L’unico che si illude di salvare Ciro è il professore di pianoforte, e quando capirà questa verità ineludibile non potrà più sottrarsi al suo destino”.

La Redazione

Trailer: 

Il film è disponibile a noleggio su Prime.