I Decreti che si sono succeduti nel periodo marzo – ottobre 2023 sul tema dell’immigrazione prevedono che i minori possano essere trattenuti nei centri di accoglienza per adulti, contrariamente da quanto stabilito dalla cd Legge Zampa e l’avvio di procedure sommarie e invasive nell’accertamento dell’età. Alla luce di ciò appare imprescindibile riflettere sulla questione e interrogarsi su quali possano essere le modalità per continuare a tutelare i diritti di questi minori. A tal proposito, proponiamo una riflessione condotta dall’assistente sociale e docente Master, dott.ssa Dina Galli.

I msna alla luce delle novità normative in tema di migrazione

  • Legge 5 maggio 2023 n. 50, di conversione con modifiche del decreto-legge 10 marzo 2023 n.20, “disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”.  (cosiddetto Decreto Cutro)
  • Decreto ministeriale 14 settembre 2023, “Importo e modalità di prestazione della garanzia finanziaria a carico dello straniero durante lo svolgimento della procedura per l’accertamento del diritto di accedere al territorio dello Stato”
  • Decreto legge 5 ottobre 2023, n. 133, “Disposizioni urgenti in materia di immigrazione e protezione internazionale”

Quali sono i cambiamenti che riguardano anche i Minori stranieri non accompagnati? Quali considerazioni si possono fare?

La legge 47/2017, all’art. 5, comma 2, “(…) In   ogni caso, nelle more dell'esito delle procedure di identificazione, l'accoglienza del minore è garantita dalle apposite strutture di prima accoglienza per minori previste dalla legge”. 

 Al decreto legislativo 18 agosto 2015, n. 142, sono apportate le seguenti modificazioni:

  1. all’articolo 19, al comma 3-bis, dopo il terzo periodo è inserito il seguente: «In caso di momentanea indisponibilità di strutture ricettive temporanee di cui al presente comma, il prefetto può disporre la provvisoria accoglienza del minore di età non inferiore a sedici  anni  in  una  sezione  dedicata  nei  centri  e strutture di cui agli articoli 9 e 11, per un periodo  comunque  non superiore a novanta giorni»;

È vero che l’aumento degli arrivi dei minori stranieri non accompagnati sta mettendo in difficoltà i territori: i sindaci sostengono di non riuscire più a garantire la disponibilità di alloggi, né l’avvio di percorsi di integrazione adeguati, perché sia le strutture ordinarie che i centri aperti in via emergenziale sono ormai pieni e anche i servizi sociali non hanno più posti liberi.

Tuttavia, la convivenza tra adulti e minori non risponde ai bisogni di tutela e protezione dei MSNA: sono ragazzi scappati da guerre, da dittature sanguinarie, da povertà estreme. Essi hanno cercato la sopravvivenza attraverso il viaggio, oppure sono stati i parenti stessi a spingerli: le madri sole, impotenti e impossibilitate a farsi carico dei figli, o altri parenti dei minori orfani di entrambi che non hanno la possibilità di farsi carico di questi minori.

In altri casi, la motivazione nasce dalla volontà di emanciparsi dalla estrema povertà familiare e dal sogno di raggiungere una condizione di benessere.

I viaggi sono lunghi, durano anni, durante i quali i ragazzi subiscono ogni forma di violenza e di sopruso. Altri minori debbono guadagnare i soldi del viaggio, poiché i familiari non possono che versare un primo anticipo. Altri ancora affrontano il viaggio per l’obbligo morale di aiutare la propria famiglia, con l’ansia continua di guadagnare soldi da mandare a casa per ripagare i debiti di viaggio, accettando quindi qualsiasi tipo di lavoro: in nero, pericoloso e senza tutele. Sono ragazzi affamati, assetati e traumatizzati e solo le strutture pensate per i minori possono dare quell’accoglienza a misura di minore dove una rete di operatori, educatori, assistenti sociali e psicologi può garantire una presa in carico immediata della sofferenza. Debbono essere anche difesi dall’eventualità che adulti, già inseriti in contesti criminali, possano, con la prospettiva del guadagno facile (argomento molto sensibile per questi ragazzi), coinvolgere i MSNA. C’è un rischio sfruttamento che va assolutamente evitato. Gli hot-spot per adulti accolgono ora un numero di migranti ben superiore al numero dei posti, con un conseguente livello di assistenza molto basso, tant’è che i quotidiani descrivono giornalmente come manchino perfino le brande su cui dormire: non è pensabile che dei minori possano vivere in condizioni così disagiate (forse nemmeno quegli adulti che, e ne siamo certi, non hanno usato “i taxi del mare”).

Anche rispetto alle procedure volte all’accertamento dell’età troviamo un cambiamento, o, per meglio dire, un’integrazione.

All’ art. 5 della legge 47/2017, commi 4 e 5 era previsto che: Qualora permangano dubbi fondati in merito all’età dichiarata da un minore straniero non accompagnato, la Procura della Repubblica presso il tribunale   per   i   minorenni   può   disporre   esami socio-sanitari volti all’accertamento della stessa. Lo straniero è informato, con l’ausilio di un mediatore culturale, in una lingua che possa capire e in conformità al suo grado di maturità e di alfabetizzazione, del fatto che la sua età può’ essere determinata mediante l’ausilio di esami socio-sanitari, del tipo di esami a cui deve essere  sottoposto,  dei  possibili risultati attesi e delle eventuali  conseguenze  di  tali  risultati, nonché’ di quelle derivanti dal suo eventuale rifiuto di sottoporsi a tali esami. Tali informazioni devono essere fornite altresì alla persona che, anche temporaneamente, esercita i poteri tutelari nei confronti del presunto minore”.

Nel DL 133, 2023 si legge: 6-ter. In deroga al comma 6, in caso di arrivi consistenti, multipli e ravvicinati, a seguito di attività di ricerca e soccorso in mare, di rintraccio alla frontiera o nelle zone di transito (…)  di rintraccio sul  territorio  nazionale  a  seguito  di ingresso avvenuto eludendo i controlli di frontiera,  l’autorità  di pubblica  sicurezza,  nel  procedere  a  rilievi   dattiloscopici   e fotografici, può  disporre,  nell’immediatezza,  lo  svolgimento  di rilievi  antropometrici  o  di  altri  accertamenti  sanitari,  anche radiografici, volti all’individuazione dell’età,  dandone  immediata comunicazione alla procura della Repubblica presso il  tribunale  per le persone, per i minorenni  e  per  le  famiglie  che  ne  autorizza l’esecuzione in forma  scritta.  Nei casi di particolare urgenza, l’autorizzazione può  essere  data  oralmente   e   successivamente confermata  per  iscritto.  Il verbale delle attività   compiute, contenente anche l’esito delle operazioni e l’indicazione del margine di errore, è notificato allo   straniero   e, contestualmente, all’esercente i poteri tutelari, ove nominato, ed è  trasmesso  alla procura della Repubblica presso il tribunale per le  persone,  per  i minorenni e per le famiglie  nelle  quarantotto  ore  successive.  Si applicano i commi 3-ter e 7, per  quanto  compatibili.  Il già menzionato verbale può essere impugnato davanti al tribunale per la persona, la famiglia ed i minorenni entro 5 giorni dalla notifica.

Preme chiarire che la procedura per l’accertamento dell’età prevista dalla legge 47/2017 è rimasta in vigore, ma nel nuovo DL 133 72023 è previsto che l’Autorità di pubblica sicurezza può disporre, nell’immediatezza, lo svolgimento di accertamenti sanitari finalizzati a individuare l’età (la Procura è tenuta a dare l’autorizzazione, che può essere anche verbale).

Il D.L. 133 prevede che, quando il soggetto è condannato per il reato di cui all’art. 495 del Codice penale, “Chiunque dichiara o attesta falsamente al pubblico ufficiale l’identità, lo stato o altre qualità della propria o dell’altrui persona è punito con la reclusione da uno a sei anni”, la pena può essere sostituita con l’espulsione dal territorio.

Questa nuova modalità introdotta nel DL 133/2023, che comporta un’accelerazione delle procedure, è dimostrativa di un cambiamento di atteggiamento o, per meglio dire, parte da un pregiudizio, in base al quale tanti ragazzi maggiorenni “fingono” di essere minorenni, il messaggio che si coglie è “sei sicuramente maggiorenne, provami che sei minorenne”.

Il decreto-legge 15 settembre 2023 n. 123, (cosiddetto decreto Caivano) contiene “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale”.

E’ un provvedimento composto da 16 articoli, suddivisi in quattro parti: 1) Interventi infrastrutturali urgenti per il comune di Caivano; 2) Sicurezza e prevenzione della criminalità minorile; 3) Offerta educativa; 4) Sicurezza dei minori in ambito digitale.

            Dovrà essere convertito in legge entro sessanta giorni dalla sua pubblicazione, e quindi entro il 15 novembre prossimo venturo.

Le misure previste sono : la misura dell’ammonimento del questore per i minori di età fra i dodici e i quattordici anni per delitti di particolare gravità; l’estensione ai minori ultra quattordicenni della misura del divieto di accesso a determinate zone od aree della città (cosiddetto DASPO Urbano); l’aumento delle pene edittali, con l’effetto di aggravare le misure cautelari minorili (e quindi la custodia in carcere) e di ridurre i casi in cui è possibile la messa alla prova; l’arresto in flagranza per il reato di porto d’armi od oggetti atti ad offendere (es.: coltelli, bastoni, ecc.); il controllo parentale sui dispositivi di comunicazione elettronica (potere dei genitori di limitare l’accesso ai contenuti o alla rete scegliendo spazi e tempi di utilizzo di smartphones, computer, tablet, video games ecc.).

E’ sufficiente lo strumento repressivo? Ovvio che no. I responsabili delle strutture e gli operatori che operano nell’area dei minori segnalano come i minorenni abbiano ormai maturato la convinzione della impunibilità, “siamo minorenni, non ci fanno niente”. Provocare un cambiamento di prospettiva è possibile se un minore ha modo di sperimentare, in tempi brevi, che le proprie azioni comporteranno determinate conseguenze. Aiutare i ragazzi a sviluppare senso di responsabilità è un percorso altamente educativo, perché basato sull’esperienza. Tuttavia, le conseguenze debbono essere temporalmente conseguenziali. Per i ragazzi che commettono dei reati, generalmente spaccio e furto, è importante impattare con l’autorità giudiziaria in tempi brevi. I procedimenti penali intrapresi in tempi troppo lontani dagli fatti non provocano un processo maturativo. Purtroppo, nella realtà, spesso, questo non avviene. 

La senatrice Sandra Zampa, relatrice della Legge 47/2017, ha dichiarato testualmente. “Usano la mia legge come una clava. Prima non c’era nulla, ora servono risorse”. (22 agosto 2023, Corriere della sera)

Dina Galli, assistente sociale, docente del Master

 (foto di Silvia Sandonà)

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