1981, Ravenna. Dialogo tra una bambina e la sua mamma: “Mamma oggi andiamo a vedere i pesciolini nella cripta di Piazza S. Francesco? Ci fermiamo qui con la bici …dai?” “No, andiamo domenica, la domenica quando andiamo a messa è meglio.” “Ma abbiamo tempo…siamo già qui!” “Oggi non è il caso, ci sono loro, guarda la piazza per bene Licì, mi fermo un attimo al negozio e andiamo via subito”. La piazza normalmente era piena di ragazzi, che c’era di male? Quei ragazzi però se li osservavi meglio aveva ragione la mamma, non sembravano stare bene, mi avevano detto che si “bucavano” con le siringhe, un giorno un ragazzo scappava via dai poliziotti con un cucchiaino in mano mentre guidava un “Ciao” scassato, un’altra volta uno spintonava una ragazza, spesso diversi dormivano nonostante il freddo sotto i portici. Questa era la “piazzetta dei tossici di Ravenna” giorno dopo giorno; solo la domenica era un pochino più “accogliente”: arrivavano tante persone vestite bene per le celebrazioni e “loro” si notavano meno. La piazza restava eterna perla d’arte, a soli 20 metri dalla Tomba di Dante, tra il giardinetto della Biblioteca Classense pieno di siringhe (da cui ogni bambino aveva imparato a stare lontano e non toccare) e i portici dei meravigliosi giardini sospesi del Palazzo della Provincia; era la piazza di una città che divenne un caso nazionale. In quegli anni la bambina vedeva scalini da saltare, pesciolini, monetine da gettare nella cripta sotterranea per esprimere desideri assieme a siringhe da evitare… osservava ragazzi che smisero di giocare a pallone e si addormentavano con le tasche dei jeans rivoltate in fuori, con le scarpe e i documenti lì vicino (segni di non disturbarli per i poliziotti e perché tanto, non vi era nulla da rubare). L’eroina dilagava anche nelle vite di tante bimbe come me, con effetti più o meno devastanti, con perdite e violenze più o meno significative. L’eroina, in quel momento, era il segno evidente della marginalità; poi si sposò con l’HIV e il mix fu terribile.  Il matrimonio portò altre perdite sempre più grandi sempre più dirompenti…Quante? In-contabili nei cuori di tutti noi, la piazzetta era diventata talmente “sotto gli occhi di tutti” che era una “vergogna”. E allora dalla bella piazza sparirono tutti, alcuni si spostarono verso la stazione, altri andarono nelle prime comunità, molti a San Patrignano, alcuni si salvarono dall’eroina, altri peggiorarono le loro vite, altri ricominciarono ciclicamente a drogarsi, troppi morirono di overdose, per suicidi più o meno velati, per HIV e/o per le droghe tagliate male.

1991. Ravenna: piazza S. Francesco era più decorosa, il “margine” si era spostato verso la fontana dei giardini pubblici e soprattutto verso la periferia e i paesini limitrofi. Ricordo tanti aneddoti ma in particolare gli occhi di un ragazzo, occhi grigi di una bellezza rara la cui pupilla molto spesso era un puntino minuscolo. Ragazzo di Alfonsine di Ravenna, non ce la fece: dopo neanche 2 anni di quella vita si suicidò … anche lui. I traumi dovuti alle morti si moltiplicavano nelle persone che gli erano vicine, le piazze erano però più pulite, l’eroina era considerata una piaga e una vergogna e chi la usava era sempre più considerato “emarginato, perdente, un “rifiut-ato”. L’eroina aveva preso tanti figli di alta e media borghesia e ci furono molti investimenti. Ogni bambino, ogni adolescente, ogni scuola sapeva cosa era un fiocchetto rosso per la lotta all’HIV, erano gli anni del film “Philadelphia” … la prevenzione nelle scuole, nei consultori, il Tam-tam continuo era rilevante. Poi le droghe iniziarono a variare, cocaina e anfetamine iniziarono a fare le padrone di casa. I “drogati” si spostarono sulla riviera, nel buio delle notti e nei locali da ballo. Gli incidenti stradali sotto l’uso di sostanze aumentarono e le perdite di giovani furono all’ordine delle cronache nelle albe successive ai week end “dello sballo”. Queste nuove droghe rendevano i ragazzi “liberi e socialmente spavaldi”, se inizialmente erano sembrate droghe di élite ben presto diventarono di massa e davano l’idea che chi le utilizzasse fosse un “vincente”.

2011 Marina di Ravenna. La bimba ormai è divenuta mamma passeggia con il figlio di 7 anni. “Mamma sai che ieri sulla duna al mare i bambini mi hanno detto che c’era una siringa e che dovevamo scappare?” “Tu tesoro cosa hai fatto? Cosa hai pensato?”. “Boh sono scappato anche io …” “Hai fatto bene a scappare e anche a esserti ricordato di raccontarmelo…Sai cosa sono le siringhe e come mai non vanno toccate?”. “No mamma non lo so, per questo te lo ho raccontato”. Occhi di bambina, di adolescente e di donna nel tempo delle trasformazioni delle droghe; occhi di una mamma che colludono con la piazzetta che oggi è vuota; a Ravenna i drogati non ci sono più? Tanto da avere bambini che non sanno più cosa sono le siringhe? Sarebbe bello fosse così, invece sono divenuti più nascosti così tanto da fare “dimenticare” di spiegare cosa sono le siringhe, come mai non vanno toccate, tanto da non vedere più i fiocchetti rossi negli zaini …ma ci sono ancora, le droghe sono mutate e con esse i tanti ragazzi/e.

2021 Ravenna. Il giro dello spaccio “pesante” è radunato intorno alla stazione, guardingo e più composito. Capita, anche a chi non è della zona di vedere ragazzi che tirano di cocaina e scappano subito via. Oggi si parla di poli-assuntori che narrano una società di consumatori diversi, una società dell’immagine, persone come macchine, con corpi senza confini, capaci di tutto. Oggi, le tabelle delle sostanze vanno costantemente aggiornate, le droghe appaiono continuamente in nuove forme e dosaggi, l’età di chi consuma droghe di nuova e vecchia generazione si abbassa. Sovente le droghe sono i farmaci e la loro diffusione è invisibile e on line. Non solo oggi “Giornata mondiale contro l’abuso e il traffico illecito di droga” ritengo sia importante creare dibattiti, dialoghi con i bambini/e, ragazzi/e sul tema. È fondamentale inserire nuovi investimenti per rivedere il modello di prevenzione e trattamento poiché, i traguardi che erano stati raggiunti basati sull’approccio eroinocentrico varino al passo con il mondo del narcotraffico, dei consumatori e delle nuove dipendenze. Vanno introdotti diversi attori per non “rimuovere” la questione droga e aprire un dibattito pubblico aperto, non sorpassato o fermo a leggi degli anni ‘90. In primis le scuole dovranno divenire protagoniste per perturbare i silenzi assordanti di questo momento storico rispetto al tema.

2031. Ravenna. …

Licia Barrocu, docente del Master

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