Il 3 Dicembre è la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, proclamata dall’Assemblea delle Nazioni Unite esattamente quaranta anni fa, nel 1981, con l’intento di lanciare un piano di azione mondiale di accrescimento della consapevolezza su questo tema.

Da allora è partito un processo inarrestabile di inclusione delle persone con disabilità nei vari contesti sociali e formativi, che – anche se ancora con marcate differenze tra i vari paesi nell’espressione e nell’espletamento dei diritti – ha visto il nostro paese affermarsi sul piano globale come un modello in ambito formativo, in particolare per quanto riguarda il nostro sistema scolastico.

Questo quarantennio ha prodotto un cambiamento semantico della disabilità, vale a dire che la cultura dell’inclusione sul tema della disabilità sta cambiando.

Siamo di fronte non solo ad una frontiera in espansione (pensiamo alle numerose tipologie di disabilità che oggi abbiamo conosciuto rispetto a ieri, come i Disturbi Specifici di Apprendimento, le forme di autismo high functioning, sindromi genetiche che comportano peculiarità a carico delle diverse aree di funzionamento), ma ad un quadro oltremodo complesso di difficoltà dove le variabili più significative per l’inclusione non sono quelle date dalle potenzialità a livello funzionale, ma sono quelle prodotte dall’ambiente, dalla famiglia, dalla scuola, dalla rete di mutuo aiuto, dal contesto cittadino .

Il cambiamento semantico sulla disabilità ha contestualmente alimentato la prospettiva del diritto che ha restituito dignità alle persone con disabilità, quella dignità che storicamente è stata loro negata, riconoscendo i loro diritti di partecipazione alla fruizione, ma anche alla produzione di beni e servizi. Sul piano del diritto abbiamo assistito cioè a un cambio di paradigma, dall’ottica dell’assistenzialismo e della presa in carico, all’esercizio della cittadinanza e alla costruzione autonoma da parte delle persone con disabilità del proprio progetto di vita.

Tamara Zappaterra, Prorettrice alla diversità, equità, inclusione dell’Università di Ferrara e docente del Master