Venerdi 18 Dicembre alle h 21.00 il Progetto Culturale – Uno Sguardo al Cielo vi dà appuntamento al III webinar gratuito dal titolo:La morte sui social, relatrice Sara Battistello, laureata in giurisprudenza, ha conseguito il titolo del Master in “Tutela diritti protezione dei minori” dell’Università di Ferrara, vincendo la borsa di studio relativa all’edizione del bando “Sara Cesari” dell’anno 2017.

Link per effettuare l’iscrizione preferibilmente entro il 18 Dicembre h 12.00:

http://www.unosguardoalcielo.com/

Info: Dott.ssa Alessandra Chiaromonte

conversazionilutto@unife.it

L’utilizzo del digitale ha aperto nuove possibilità nell’elaborazione del lutto o il becchino digitale vuole disintegrare la morte dissolvendola in un’immortalità virtuale?

Il seminario proverà ad esplorare le riflessioni e le possibili risposte che nel tempo recente molti ricercatori della Digital Death stanno provando a definire.

Tra i vari scritti e interviste a cui l’argomentazione proposta si richiama, sono contenta di citare, anche il libro “Il sogno dell’eternità”, curato dalla prof.ssa Paola Bastianoni, alla cui scrittura ho partecipato, dedicando lo spazio di un capitolo al tema.

Il filosofo sudcoreano Byung-Chul Han sostiene che il web rende possibile protocollare tutta la nostra vita, che si riflette, sia che ne siamo consapevoli o no e che lo accettiamo o meno, nella rete digitale. Il nostro destino sarà quello di diventare degli spettri digitali, a disposizione di chi incappi in un qualsiasi dato registrato nell’arco temporale della nostra vita.

Per la maggior parte di noi, e per la quasi totalità dei prossimi che ci seguiranno, la nascita, la crescita, il matrimonio come il divorzio saranno eventi condivisi in narrazioni che noi facciamo su di noi, per noi e per gli altri. La narrazione web ci vede protagonisti, allo stesso tempo, sia come autori e sia come oggetto del nostro racconto che conduciamo con il mondo interconnesso.

Impariamo a vivere contemporaneamente l’abitazione tradizionale, fisica, in cui ogni giorno torniamo, così come l’abitazione virtuale, raggiungibile (quasi) sempre ed ovunque, in cui riponiamo i dati e gli oggetti digitali che ci appartengono e che condividiamo online.

La nostra è una vita oramai “onlife”, interconnessa tra mondo fisico e virtuale, l’uno influenzando fino a significare l’altro.

Così come la vita, lo è anche la morte.

A fine secolo, i social network che conosciamo saranno i cimiteri più grandi del mondo, abitati da spettri digitali nella cui casa non sarà necessario chiedere il permesso per entrare.

Questi zombie muteranno il senso che la morte restituisce al mondo pronunciando la parola fine e questo, inevitabilmente, avrà immense ripercussioni sul percorso di elaborazione del lutto.

Sulla Digital Death si discute molto, intravedendone le ombre, ma anche molte luci.

La delega insistente dei nostri ricordi all’abitazione artificiale ci offre, infatti, nuove soluzioni e opportunità al nostro complicato rapporto con il fine vita e con il tempo che passa.

Prendendo a prestito le parole del filosofo, Davide Sisto, che maggiormente si sta concentrando nel capirne il significato e le sue conseguenze, è ormai giunto il tempo “ora di prenderne coscienza e di affrontarle con cognizione di causa se non si vuole rimanere impreparati dinanzi a un ritorno della morte nello spazio pubblico tanto repentino quanto imprevisto” (D.Sisto, La morte si fa social, Torino: Bollati Boringhieri, 2018).

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