VII Edizione del Progetto Culturale – Uno Sguardo al cielo. Percorso di avvicinamento all’elaborazione del lutto
Giovedi, 4 Ottobre alle h 18.00 – Inaugurazione della mostra artistica
CAMMINARE INSIEME SUI PASSI DEL RIPOSO di Giordano Pariti
c/o la Galleria d’ arte – Fabula Fine Art in via del Potestà, 11 – Ferrara
Ingresso libero
Camminare insieme sui passi del riposo giunge nell’arte di Giordano Pariti dopo una lunga indagine sulla elaborazione del lutto cominciata alcuni anni fa con l’installazione Visite (Castelbasso, 2006 – Venezia, 2007) in cui si rifletteva sulle dinamiche sociali nel sostegno dell’evento luttuoso e proseguita poi con l’installazione Con la terra che ho spostato per seppellire il tuo corpo ho costruito una collina da cui contemplo il mondo (Ferrara, 2009) con la quale si indagava l’elaborazione personale e familiare del lutto. Successivamente con Dodici vertigini di cielo (Casalecchio di Reno, 2013) fulcro della ricerca divenne la comunità scolastica dell’Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno per ricordare le vittime dell’incidente aereo del 1990 e con Aquae motus (Cento, 2014) ad essere coinvolta in una performance fu la popolazione Comune di Cento colpita dal terremoto.
Con questo nuovo lavoro presentato a Ferrara presso la galleria FabulaFineArt Gallery, l’artista sposta l’asse della sua riflessione dalle persone coinvolte nell’evento luttuoso al personale addetto alla attività funeraria, nello specifico, alla figura del necroforo.
La morte posta come elemento basale per l’interpretazione e l’elaborazione teleologica dell’esistenza di ogni uomo, da evento intimo, familiare si trasforma, nel corso di una strutturazione sociale sempre più articolata e complessa, in un fenomeno collettivo in cui sono coinvolti non solo i parenti del defunto ma, con diverse mansioni, anche altre figure via via sempre più peculiari così, il necroforo, da un campo d’azione marginale, gradualmente, si è ritrovato al centro del rituale, occupando ruoli un tempo ricoperti esclusivamente dai familiari o persone vicine al defunto. Le sue mansioni sono state riscritte a favore di competenze specifiche nell’ambito della ricomposizione della salma, della tanatoestetica, dell’allestimento della camera mortuaria oltre che ogni genere di necessità amministrativa. Il necroforo, così come si presenta nella nostra contemporaneità, non è altro che il risultato di una lenta trasformazione delle relazioni familiari e sociali; la morte è divenuta un evento strutturato e normato, gli operatori funebri si sono sostituiti alle antiche prassi con una azione professionale in grado di offrire al momento funebre tutte le necessità e le attenzioni riservate ad un evento così delicato ed importante.
Giordano Pariti partendo da una approfondita ricerca storica ed antropologica sulla figura del necroforo ha elaborato una installazione in cui, attraverso l’utilizzo di numerosi contenitori di vetro, il ruolo del necroforo viene presentato nelle sue trasformazioni temporali sociali e professionali.
Camminare insieme sui passi del riposo rappresenta una espansione della precedente installazione Visite in cui i barattoli di vetro erano usati per raccontare il supporto della rete familiare e sociale che durante il periodo dell’evento luttuoso faceva visita alla famiglia colpita dalla morte per portare alimenti che servivano al sostentamento della loro vita quotidiana.
In questo nuovo lavoro i contenitori di vetro mantengono il loro contenuto, gli alimenti (come rimando al sostentamento ed alla vicinanza della rete sociale) ma progressivamente ogni barattolo abbassa il livello dell’alimento conservato nel momento in cui etichette riguardanti le norme dell’operatore funebre cominciano a sostituirsi ai nomi delle persone e del contenuto.
Le etichette, inizialmente presenti sui barattoli come semplice promemoria della visita di amici e parenti, lentamente si trasformano, diventano più professionali ed estetiche: dal semplice contenitore privo di etichetta si passa a quello con la fascetta scritta a mano, a quella stampata, alla fotografia, fino a giungere alla loro totale sostituzione per fare spazio agli articoli del DDL 1611 che concernono le norme e mansioni dell’attività dell’operatore funebre. Il contenitore diventa quindi elemento simbolico della trasformazione professionale del necroforo dove la rete familiare che si attiva durante l’evento luttuoso viene sostituita gradualmente dalla professionalizzazione del ruolo dell’operatore funebre. In questa trasformazione l’artista sottolinea il rischio in cui potrebbe incappare il necroforo diventando un asettico operatore, una figura meramente estetica e funzionale, spogliato di tutto il carico di umanità e di confortante vicinanza che la rete familiare e sociale in passato era in grado di offrire alla famiglia colpita dalla morte.
Oltre all’installazione, è presente in mostra un video, in cui Giordano Pariti, sempre attraverso l’utilizzo degli stessi contenitori di vetro, racconta gli spazi abitati dalla morte (sale mortuarie, sale del commiato, obitori, cimiteri, etc.). Il video rappresenta una declinazione visiva di ciò che l’installazione presenta come una sorta di frame statico.
Nella nostra contemporaneità i rituali del lutto, tranne quelli dei personaggi famosi che diventano sempre più spettacolari, tendono inesorabilmente a scomparire; ai familiari del defunto viene sottratto il periodo del lutto, la solidarietà del gruppo sociale: l’attraversamento del lutto, con le sue relative implicazioni e declinazioni personali, familiari e sociali, è ormai una pratica desueta e quasi del tutto estinta in molte parti del nostro Paese. Il funerale è limitato alla funzione religiosa in chiesa, il corteo funebre nel quartiere è scarsamente partecipato, se non totalmente abolito, e tutto ciò che in passato aveva un forte valore simbolico-rituale (come paramenti ed addobbi) è stato abbandonato. Geoffrey Gorer nel suo articolo La Pornografia della morte (1955) a proposito del lutto scrive: Si piange soli, in privato, di nascosto, come se si trattasse di una sorta di masturbazione.
In Camminare insieme sui passi del riposo Giordano Pariti tenta di smascherare proprio questa entropia dell’evento luttuoso che nel nostro tempo è sempre più debordante, al contempo, insinua una riflessione fondamentale che è quella di umanizzare le professionalità che concernono questi drammatici ed inalienabili momenti della vita per riportare l’evento della morte a qualcosa di familiare, di conosciuto, di accettato e condiviso.
Paola Bastianoni