Regia: Aisling Walsh
Genere: Drammatico
Tipologia: Istituzionalizzazione, Il mondo della scuola, Disagio giovanile, Diritti umani
Interpreti: Iain Glen, Aidan Quinn, Marc Warren, Stuart Graham, Andrew
Origine: Irlanda
Anno: 2003
Trama: Scuola riformatorio di St. Jude, Irlanda, 1939. A gestirla preti cattolici disciplina ferrea e sadica. Unico insegnante laico è William Franklin da poco tornato dalla guerra civile di Spagna dove ha militato nelle file delle Brigate Internazionali e perduto la moglie vittima del franchismo. Franklin insegna letteratura inglese, usa metodi meno coercitivi e ai numeri di matricola che contraddistinguono gli allievi usa i loro nomi di battesimo. Riesce a conquistare la loro fiducia e a coinvolgerli, soprattutto Liam, unico a saper leggere e scrivere e a cui dona dei testi di poesia di politici comunisti. I suoi metodi permissivi, sono, però, invisi al perfido prefetto fratello John. Il tredicenne Patrick subisce, nel bagno, abusi sessuali da fratello Mac assistente di John. Il ragazzo confessa l’accaduto ad un sacerdote, ma Mac sa della confessione e lo punisce con una gelida doccia in piena notte. Gli atti di violenza continuano con sistematicità e quando John fustiga nel cortile della scuola, davanti a tutti, due compagni di classe, Liam osa ribellarsi apertamente al frate e chiede soccorso a Franklin che prontamente interviene per fermarlo. La vendetta non tarda ad arrivare. Il diabolico frate fa chiamare, durante le lezioni, il ragazzo e, nel refettorio, lo picchia selvaggiamente fino a farlo cadere per terra esanime. Mac, presente all’accaduto non regge a tanta malvagità e va in aula a chiamare il professore. Ma quando questi vi giunge, Liam è ormai in agonia e muore fra le sue braccia. Durante i funerali, livido di rabbia, Franklin aggredisce John e lo accusa di omicidio. John e Mac, per salvaguardare il riformatorio dallo scandalo, sono costretti a lasciare la scuola. Anche Franklin, per motivi opposti, decide di andarsene, ma quando Patrick recita una delle poesie da lui più amate si convince a rimanere.
Recensione: Angeli ribelli, il cui titolo originale è Song for a raggy boy, letteralmente Ballata per un giovane straccione, è un film del 2003 diretto dalla regista irlandese Aisling Walsh e tratto dal romanzo autobiografico di Patrick Galvin basato, quindi, su fatti realmente accaduti. Ē stato premiato in vari festival quali quelli di Copenaghen, Sundance, Edimburgo, Linea d’ ombra di Salerno. Il film è ambientato in Irlanda nel riformatorio minorile maschile di St. Jude nell’anno 1939. L’anno in cui la Germania di Hitler invade la Polonia dando, così, inizio alla seconda guerra mondiale.Le incresciose vicende del St. Jude non hanno nulla da «invidiare» a un lager nazista e sono raccontate con cruda realtà e minuzia di particolari. In questa realtà che rispecchia la cultura fascista e repressiva del primo ‘900 e che cozza terribilmente con gli insegnamenti sia evangelici che dell’Europa democratica, giunge William Franklin costretto a dover accettare un posto d’insegnante dopo aver combattuto contro le ingiustizie nella Spagna franchista e avervi perduto la moglie. Franklin è l’unico insegnante laico (e di fede socialista) in un collegio retto da preti, dove la disciplina è durissima e le punizioni verbali e corporali, le torture e gli abusi anche sessuali, sono consuetudine quotidiana e «normale». A queste aberrazioni si oppone Franklin iniziando a chiamare con il proprio nome quei bambini perduti, poveri e abbandonati, tanto simili a quelli descritti da Charles Dickens in Oliver Twist nell’ Inghilterra dell’Ottocento. Instaura un rapporto di fiducia con i ragazzi e prova ad insegnar loro a leggere e scrivere e a far comprendere, attraverso la poesia, soprattutto l’amore per l’onestà, la giustizia e la dignità dell’ uomo. William Franklin resta al St. Jude fino al 1944 quando si arruola nell’armata inglese per combattere in Normandia contro i tedeschi e dove, poco dopo, muore. Il film non ha avuto una critica positiva unanime soprattutto negli ambienti cattolici, imbarazzati dall’oscurantismo della Chiesa dell’epoca come riferisce la stessa regista [Cfr. Maria Pia Fusco, La Repubblica,31maggio 2004] «Abbiamo avuto qualche problema durante la preparazione, non ci hanno permesso di girare nei luoghi reali, ma grazie alle testimonianze abbiamo ricostruito il St. Jude com’ era, da una parte la zona dei preti, accogliente e calda, sfarzo di icone religiose alle pareti, il ritratto di Franco accanto a quello di Pio XII, dall’ altra lo squallore del cortile dove i ragazzi vengono puniti, frustati o battuti con materassi bagnati, il dormitorio gelido con i letti ammassati. Secondo la mentalità dell’ epoca, era un modo anche questo di separare il bene dal male». Separazione che, nel finale del film, Walsh ha pensato simbolicamente di abbattere insieme al muro interno del cortile del riformatorio. Angeli ribelli è ritenuto, dalla critica, molto simile a Magdalene sisters di Peter Mullen, di solo un anno precedente, ma non gli è stato attribuito la stessa efficacia e la stessa forza espressiva. Senza entrare nella disputa stilistica, il film, oltre al disagio sociale, ai metodi coercitivi e agli abusi che i ragazzi dei vari St. Jude sono costretti a subire, anche oggi, nelle diverse realtà territoriali del pianeta, evidenzia che la scuola vera, la cultura possono essere l’unico certo antidoto a qualsiasi tipo di aberrazioni.
E non è sicuramente poco.
A. C.