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Condividiamo la possibilità che si è venuta a creare grazie  ed attraverso il Master Tutela, Diritti e Protezione dei Minori dell’ Università di Ferrara  e il  Gruppo per le Relazioni Transculturali di Milano organizzazione che segue diversi progetti in tutto il mondo ed in particolare, in questo caso parliamo del progetto che essi stanno seguendo da un anno in Kenya: «BORESHA MAISHA: Alternative di vita per bambini di strada e minori rifugiati a Nairobi», promosso in Kenya a Nairobi dall’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

Informazioni sul progetto:

http://grtitalia.org/it/project/childprotection/kitya/boreshamaisha

La nostra corsista Elena Magoni  vive e lavora in Kenya e precisamente a Nairobi; si è masterizzata il 21 Dicembre con il massimo dei voti e una tesi e un tirocinio sul tema dei Bambini di strada a Nairobi.

La nostra partecipazione come Master si inserisce all’interno del grande progetto suddetto (che è iniziato ad inizio 2018 e concluderà nella fine del 2019)  in qualità di consulente “dipendenze”, nell’ambito del progetto e in particolare modo sarà focalizzata sul tentare di comprendere come provare a perturbare la vita di strada ed i vissuti pluri-traumatici che la caratterizzano, cercando di formulare una riflessione ed un pensiero circa la possibilità di creare una base sicura o nel concreto un luogo che i bambini e i ragazzi che tentano di sopravvivere per le pericolosissime strade di Nairobi, possano percepire come sicuro per  porre le basi per iniziare a guarire dai traumi e andare nella direzione del diritto alla vita e alla sopravvivenza.

Guarda il video:

Tesi di Elena Magoni:

Tesi – “Presentazione di casi di minori e giovani di strada per la promozione di interventi di riabilitazione possibile”

 

Di seguito alcuni dati tratti dal report di indagine e raccolta tutt’ora in atto da parte di GRT:

3.9 milioni di persone vivono attualmente nell’area urbana di Nairobi, tra cui 60.000 bambini di strada e 22.224 rifugiati minorenni (circa 1.600 minori non accompagnati – statistiche UNHCR 2016). Essi vivono in un ambiente socio-politico instabile e ostile, in un contesto vulnerabile e estremamente a rischio per gli scopi del mercato nero e della tratta di esseri umani. Nonostante vari interventi: l’istruzione, l’HIV, la disuguaglianza socioeconomica, la povertà e la scarsa capacità istituzionale continuano a minare il potenziale del Kenya.

Circa il 60% della popolazione vive in quartieri caratterizzati da un elevato deterioramento sociale e sanitario. La fragilità istituzionale sulla protezione è allarmante (Kenya Constitution, 2010). La salute, l’istruzione, l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari rimangono le principali priorità per il governo del Kenya, che mira a raggiungere l’inclusione sociale e la creazione di opportunità di lavoro per i più emarginati (minori, disabili, donne e rifugiati), al fine di creare sviluppo sostenibile. Un alto livello di disuguaglianza socioeconomica, povertà diffusa e governance debole continuano a minare i progressi del Kenya, evidenziando il divario nella distribuzione del reddito con effetti negativi sul benessere sociale. Eastleigh è un grande distretto di Nairobi, popolato prevalentemente da somali, sia cittadini del Kenya che rifugiati. Questi ultimi sono circa 26.500 che vivono in isolamento, disoccupazione e sfruttamento da parte dei trafficanti di esseri umani.

Mlango Kubwa, si trova nella sotto contea di Starehe e si fonde con la grande baraccopoli di Mathare, caratterizzata da sovrappopolazione, servizi sociali inesistenti, criminalità, disoccupazione, gravidanze indesiderate precoci, violenze di genere e abuso di sostanze. La sua popolazione è stata registrata a 38.374 (di cui il 14% ha meno di 14 anni), che vive in condizioni di deterioramento. I minori sono particolarmente vulnerabili: in assenza di un significativo sostegno familiare vengono esposti ai pericoli di una vita per strada (crimine, droga, malattie sessualmente trasmissibili)

Il lavoro di mappatura che GRT ha messo in atto insieme ad altri partner del posto è stato immenso, accurato e e come la tesi creata con Elena ha cercato di dare voci a questi bambini e anche alle loro famiglie nonostante le oggettive difficoltà a vario livello (interviste ad 1 a1 sia per l’elevata analfabetizzazione che per la lingua, intercettazione dei bambini da intervistare e delle famiglie).

 

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