L’autrice di “La ragazza che scrive” è Sara Ciafardoni, diciottenne pugliese, conosciuta sui social e sul web come blogger («LaLettriceSognatrice») e bookstagrammer (@lasarabooks). Non ha mai permesso che la malattia la fermasse dal perseguire i suoi sogni e la sua passione per la fotografia e la scrittura: “Il percorso di Lucia e dei vari personaggi è molto simile al mio.” dice “Tutti, a modo loro, intraprendono un viaggio di accettazione: accettano il proprio dolore per farne qualcosa di bello. Io sto iniziando a intraprendere il mio viaggio, nonostante le mille difficoltà che possa comportare».

A sedici anni Lucia, detta Luce, è proprio stanca: da sette anni la sua sorellina Elisa è scomparsa. Non si sa se sia morta, se sia stata rapita, dove si trovi. L’unica certezza è che lei non c’è più. Qualche tempo dopo l’evento, tutto sembra in stallo: “Tutti in quella famiglia cominciarono a sopravvivere a quel lutto a metà.” I genitori, in particolare la madre, avevano bisogno di una risposta, seppur drammatica, volevano mettere un punto definitivo alla vicenda e non aspettare più un ritrovamento che non sarebbe mai avvenuto. In quel lontano periodo, “Tutti cominciarono ad aggirare il dolore, tentando di rimuoverlo, senza rendersi conto che se li stava portando via […]. Lontano l’uno dall’altro. Anche lontano dalla piccola Elisa, che li avrebbe voluti uniti “.  E così, poco alla volta, calò il silenzio sul tragico evento e ogni membro della famiglia visse il dolore in solitudine. Luce, aveva intuito da subito che l’unico modo per affrontare il dolore è dargli voce: “Diamo al dolore la parola che cerca. Diamogli la possibilità di uscire da noi. Il dolore quando ti resta per troppo tempo dentro finisce con lo spezzarci”. Già a nove anni, pochi giorni dopo il rapimento di Elisa, aveva cominciato a tenere un diario dove scriveva quello che avrebbe voluto dire ai genitori, ma che non le era concesso, una sorta di adattamento al dolore che si sarebbe protratto negli anni a venire.  Aveva trovato conforto anche nella lettura, ricercandolo nelle biografie di donne forti: “Aveva letto tutte quelle storie, che l’avevano ispirata; non fosse stato per loro, per il coraggio che avevano dimostrato […], oggi Lucia non ci sarebbe più.”

Ma a Luce leggere non basta, sente una necessità irrefrenabile di scrivere di sé, di quello che prova, delle sue paure e dei suoi sentimenti, anche conflittuali, nei confronti di Elisa.  Pubblica il suo scritto, dopo mille ripensamenti, e si sorprende della comprensione ricevuta da coloro che, accomunati e non da un’esperienza simile, partecipano al suo dolore. Lucia ha tante paure, ma la condivisione della sua storia le dà il coraggio sia per affrontare i compagni di scuola, dagli atteggiamenti discutibili, sia per crescere nella relazione con i genitori. “È così che all’interno della nuova casa, che ancora sente come estranea, crea il suo piccolo mondo accogliente: la “mansarda delle nuvole”, dove si ritira per scrivere di Natalia, il suo alter ego letterario, e per parlare con le stelle, affinché possano prendersi cura di Elisa, la sorellina scomparsa sette anni prima”.  

Ilaria Bignotti, psicologa

S. Ciafardoni S. “La ragazza che scrive”, Mondadori Electa, 2023

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