La “Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia”, istituita nel 2009, può offrire una occasione di riflessione su un fenomeno aberrante e, spesso, sommerso dell’abuso e dello sfruttamento sessuale dei minori, ma anche sulle strategie più efficaci per prevenirlo e combatterlo.
Le conseguenze traumatiche sulla salute psicologica dei minorenni di queste forme di violenza sono note e riportano a danni estremamente gravi sullo sviluppo della personalità che, se non intercettati e curati, condizionano fortemente anche l’età adulta.
Gli ultimi dati sul maltrattamento nel nostro paese[1] attestano che le vittime di abuso sessuale sono il 3,5% ( su un campione di 77.493 minorenni in carico ai Servizi Sociali per maltrattamento): una percentuale piuttosto bassa, ma è lecito chiedersi quanto sommerso ci sia, poiché, come sappiamo, la vergogna e la paura delle vittime, la negazione e la minimizzazione degli adulti e della società, molto spesso impediscono che queste violenze vengano alla luce. Permane una certa tendenza ad alimentare il morboso interesse verso il singolo eclatante fatto di cronaca, che viene poi risucchiato nell’indifferenza.
Negli ultimi venti anni, la legislazione italiana in materia di abuso sessuale a danno di persone di età minore si è aggiornata, adeguandosi a convenzioni internazionali e direttive europee, con l’obiettivo di assicurare misure per prevenire e contrastare il fenomeno, compresa la sua dimensione online. La pervasività e l’evoluzione delle tecnologie digitali (in termini di strumenti, canali e servizi) ha infatti contribuito ad ampliare e modificare profondamente le modalità attraverso cui si manifesta l’abuso sessuale. Durante il periodo di emergenza COVID-19 si sono ampliati i fattori e le condizioni di rischio di esposizione alla pedopornografia online: la possibile diminuzione della supervisione genitoriale; l’impossibilità di rivolgersi a reti extra-familiari; l’aumento della fruizione dell’online da parte di bambini, bambine e adolescenti; l’aumento di contenuti sessuali autoprodotti e scambiati, in modo consensuale tra ragazzi/e, di cui si può facilmente perdere il controllo. Inoltre, gli stessi abusanti hanno cambiato il proprio modus operandi, per adattarsi alle nuove circostanze (compresa l’impossibilità di compiere viaggi per turismo sessuale)[2], e ciò ha comportato un aumento della ricerca e dello scambio di contenuti pedopornografici, oltre che l’utilizzo di nuovi canali di comunicazione e forme di adescamento online ( come il sexing, o attraverso i giochi on line).La Polizia Postale[3] rappresenta una realtà efficace e preparata nelle azioni di contrasto con i suoi specialisti che, spesso con identità sotto copertura, vanno a caccia dei pedofili che insidiano i minori e dei produttori e commercianti di materiale pedopornografico e monitorano il Darknet, in collaborazione con le polizie internazionali. Il fenomeno della pedopornografia online, infatti, è un fenomeno per sua natura transnazionale e la cui lotta alla diffusione implica il coinvolgimento di molteplici attori: le Forze dell’Ordine locali e internazionali (EUROPOL e INTERPOL), le istituzioni, le ONG e i servizi sul territorio.
E’importante sottolineare che l’utilizzo di materiale pedopornografico e l’adescamento on line possono esitare in un abuso sessuale agito su una persona minorenne. Diventa quindi prioritaria una azione di controllo da parte della famiglia sui confini e limiti posti all’utilizzo del digitale e assicurare interventi che tengano conto del ruolo delle tecnologie, non solo nella presa in carico, ma anche nella fase di rilevazione degli episodi, nel percorso investigativo e in quello giudiziario.
Gloria Soavi – Cismai
[1] “ II indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia” Cismai-TdH, 2021
[2]“ 11 rapporto” 2020, italiano della CRC (Convention on the Rights of the Child)
[3] Nel primo quadrimestre di quest’anno la Postale ha condotto indagini che hanno consentito di arrestare sette persone e denunciarne 193 per reati relativi allo sfruttamento sessuale dei minori online; i siti Internet monitorati con immagini pedopornografiche sono stati 11.465.