Venerdi 11 Dicembre alle h 17.30 il Progetto Culturale – Uno Sguardo al Cielo, in collaborazione con il Master, vi dà appuntamento al II webinar gratuito dal titolo: Il sostegno al lutto nelle cure palliative –  relatrice dott.ssa Maria Luana Serafino – Psicologa Psicoterapeuta della Gestalt.

Link per effettuare l’iscrizione (entro e non oltre il 10 Dicembre h 18.00): https://forms.gle/F7uaugV72Cm8mGj16

Info: Dott.ssa Alessandra Chiaromonte 

conversazionilutto@unife.it

Il mio interesse ad approfondire il sostegno al lutto nelle cure palliative, come afferma la dott.ssa Serafino, nasce dalla considerazione che ciò avviene nei mesi e nei giorni che precedono il grande passaggio, ha una rilevanza speciale nella vita di una persona. L’esperienza del dolore alla fine della vita, è spesso un dolore globale.

Il mio intervento si muove a partire da alcuni interrogativi: mentre per ciò che concerne il dolore fisico è stato fatto molto e le persone prossime alla morte possono usufruire di un adeguato accompagnamento, nel caso del dolore esistenziale, poiché esso coinvolge tutte e 4 le dimensioni dell’essere umano ovvero fisico, psicologico, sociale e spirituale, quali sono gli  interventi che possono essere ancora messi in atto? Cosa significa dunque, in quest’ ottica,  il lavoro “dell’ accompagnare”? Stare con chi intravede la propria morte è diverso dal semplice “occuparsi di”: significa non limitarsi a offrire assistenza medica o infermieristica, ma anche garantire alla persona che muore la possibilità di non essere sola nel suo difficile cammino. Aiutarla a sentirsi viva, accolta per quello che è, così come è: aiutarla a RI- significare quel momento.

Partendo da queste considerazioni indagheremo come si renda sempre più necessario per il medico e per tutti gli operatori sanitari, assumere nella propria attività assistenziale una prospettiva centrata sulla dignità e mettere in azione un repertorio di pratiche miranti a conservare la dignità della persona morente. Tutto questo implica dunque la necessità di confrontarsi continuamente con i propri bisogni, con il proprio senso della finitezza, con il proprio senso di solitudine.

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