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a.a. 2018/2019

Iscrizione entro il 26 Marzo!

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Di seguito la descrizione del corso: La tutela dei diritti delle nuove famiglie che terrà, nel Percorso ComuneMelita Cavallo, Giudice Minorile – Tribunale per i minorenni di Roma

Il modulo “La tutela dei diritti delle nuove famiglie” parte da un dato di realtà: il Paese è già oltre qualsiasi norma sia stata codificata. Le persone sono sempre qualcosa di più di ciò che chiunque altro possa cogliere, anche se quel chiunque altro è il legislatore. Le famiglie sono qualcosa di più dei singoli membri che le compongono e, soprattutto, sono qualcosa di sostanzialmente diverso dai soli adulti che a quelle famiglie hanno dato origine. E non importa se esse sono costituite da coppie sposate o conviventi, eterosessuali, omosessuali, monoparentali, tradizionali, ricostituite. Le famiglie sono relazioni che abbracciano la storia delle persone e le accompagnano nel loro ciclo di vita. Spesso in quelle famiglie sono presenti minori: figli di quelle stesse coppie, figli nati da precedenti relazioni, figli adottivi o da adottare. Per quei figli, nella maggior parte dei casi minori, e per quelle famiglie non sono necessarie solo norme da scrivere, ma soprattutto norme da interpretare. Norme che diano voce e respiro al loro bisogno di normalità, che ne riconoscano la dignità ed il diritto di esistere. Elisa Dal Molin dell’associazione Famiglie Arcobaleno sottolinea la sostanziale discrepanza tra la volontà normativa, in Italia, di aprire il diritto alle esigenze delle famiglie variamente costituite e la diffusione di una reale cultura dell’accoglienza e dell’accettazione di tutte le famiglie: non è sufficiente una legge che permetta ad una coppia omosessuale di adottare, crescere, allevare un bambino se, al momento dell’iscrizione di quel bambino a scuola, quella coppia deve compilare un modulo prestampato con la richiesta di indicare le generalità di padre e madre del bambino; se, nella quotidianità, le insegnanti di quel bambino lo considerano, per il solo fatto di vivere in una famiglia non tradizionale, un bambino con bisogni educativi speciali; se, da parte dei servizi socio-sanitari, a volte anche amministrativi, quelle stesse famiglie non tradizionali vengono disegnate come nuclei fragili e che necessitano di interventi di sostegno ad hoc, spesso peraltro nemmeno richiesti La storia giuridica del riconoscimento delle famiglie diverse da quella tradizionale è una storia che nasce con la necessità di considerare, a livello prima culturale e poi legislativo, formazioni familiari non solo quelle che si fondano sulla discendenza ma anche quelle che si fondano su scelte di vita e su relazioni che si formano nel tempo in contesti diversi. Sul piano giuridico, che oramai è divenuto inscindibile da un piano sociale e culturale, si pone non solo e non tanto la necessità di tutelare gli adulti che hanno consensualmente dato origine a quelle formazioni familiari, ma soprattutto la necessità di tutelare i diritti ed i bisogni dei minori che di quelle famiglie fanno parte a pieno titolo. Dal punto di vista legislativo, infatti, non è contemplato il diritto dei genitori ad avere un figlio, bensì il diritto del figlio ad avere dei genitori. Così come non esiste la necessità di coniare una formula di matrimonio passepartout, adatto a tutte le circostanze, ma esiste la necessità di estendere i veri effetti civili del matrimonio a tutte le coppie che lo contraggano. In questi ambiti la legislazione italiana, ancora oggi, gira attorno ai temi più complessi e “scottanti” dal punto di vista dell’opinione pubblica senza mai di fatto decidersi ad effettuare l’affondo finale. E’ il caso della normativa sulle unioni civili e sull’adozione coparentale. E’ necessario, ancora una volta, andare oltre la normativa, interpretare gli spiragli che la legge lascia intravedere per tentare di realizzare il bisogno ed il diritto fondamentale di qualsiasi essere umano di veder riconosciuta e tutelata una relazione d’amore che prescinde dal sesso, dall’anno di nascita e persino dalle origini stesse. Per non correre l’errore, rimanendo ancorati al passato, di precludere il futuro. Il modulo “La tutela dei diritti delle nuove famiglie” parte dall’analisi della normativa attuale, dalla Legge Cirinnà alla Stepchild Adoption, per arrivare a cogliere tutti gli spiragli interpretativi che possano andare nella direzione della piena tutela dei diritti dei minori, a partire dall’ascolto autentico del loro percorso affettivo e relazionale all’interno del contesto in cui si trovano a vivere. Nella consapevolezza che, per andare oltre la norma, essa va messa al servizio della persona e dei suoi diritti e mai il contrario.

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