Nella giornata della memoria numerosi sono i post che vengono segnalati nella piattaforma del master: eventi in memoria, libri, film che raccontano la Shoah, avvenimento dal significato universale, che il master cerca di ricordare in maniera autentica, e non come una sorta di sterile commemorazione.
Gli interrogativi che la Shoah pone sono più attuali che mai, sia che si soffermino su eventi storici di gratuita e inaudita violenza contro altri uomini e popoli, o sull’ abbrutimento della natura umana che è capace di discriminare, emarginare, fino a torturare ed annientare l’ altro, il diverso da sè, o sulla scelta, che si presenta quasi quotidianamente, di essere indifferenti nei confronti delle fragilità altrui, o soccorrevoli e protettivi.
Di soccorso e protezione avrebbero avuto bisogno i milioni di bambini morti nella Shoah, e di soccorso e protezione hanno bisogno i bambini di oggi nell’essere educati al rispetto per le diverse soggettività e nella costruzione di una cultura dell’accoglienza che renda facilmente riconoscibile che la sopraffazione e la stigmatizzazione non sono mai valori da perseguire, o condotte da attuare.
Cos’è per i bambini la Shoah?
Per i bambini vittime della Shoah era paura, esclusione, spavento, era il trauma della separazione dai propri cari, dai contesti conosciuti, dalle proprie abitudini. Era il furto della propria identità e del proprio futuro.
Per i bambini ariani, di sangue puro, figli di fertili madri ariane, era educazione all’ odio, al disprezzo, alla violenza disumanizzate e inutile, ma anche la separazione, a volte improvvisa, da compagni di scuola ebrei con i quali fino al giorno prima avevano condiviso la loro quotidianità.
Bambini, ebrei e non-ebrei, tutti troppo piccoli per poter controllare e direzionare eventi più grandi di loro, con il desiderio di scampare, i primi, e con l’ obbligo di ubbidire ciecamente, i secondi: era l’ abominio di una società che annientava i suoi bambini, attraverso lo sterminio e/o la soggiogazione psicologica.
Per i bambini di oggi è l’ orrore che necessita di essere spiegato: lo è la Shoah come tutti gli altri crimini compiuti in nome dell’ odio e del pregiudizio. Distogliere lo sguardo, impedire di vedere nel tentativo di tutelare è più pericoloso che parlare delle atrocità compiute dagli uomini in maniera adeguata e offrendo chiavi interpretative adatte all’ età. E’ necessario, attraverso la lettura, la visione di film, visite a luoghi evocativi anche nelle proprie città e l’ascolto delle testimonianze, mettere i più piccoli nelle condizioni di problematizzare, interrogare la storia collettiva e le singole storie, rievocare: solo la presa di coscienza può generare una partecipazione emotiva tale che consenta di “sentire l’ altro“, e comprendere che le scelte che si compiono, anche quotidianamente, provocano effetti sul benessere e sulla vita di coloro che ci circondano. Si può scegliere di infierire, di ignorare, o di essere solidali e sensibili.
E’ necessario che comprendano che prima dello sterminio e delle uccisioni di massa , esistono fenomeni, che a mano a mano si fanno sempre più evidenti nei contesti sociali, di emarginazione e negazione dei diritti.
Ci sono, dunque, i bambini di ieri, vittime della Shoah; i bambini di oggi, che hanno il diritto e il dovere di “conoscere per non ripetere”, e ci sono adulti che, di fronte alla portata di tali atrocità, “un enigma così grande e irrisolto”, sono tutti “come bambini fragili, spaventati e impotenti di fronte a una tragedia” (D.Grossman)
Sono stati molti di quei bambini fragili e spaventati a testimoniare che è possibile non soccombere, è possibile resistere. La memoria rivendichi la volontà di garantire il diritto di di tutti, bambini e adulti, a r-esistere, ad essere riconosciuti e rispettati individualmente e secondo la propria identità.