– Badolato G, Innocenti Malini G., Fiaschini F., Villa R. (2000), La scena rubata. Appunti su handicap e teatro, Euresis, Milano.
– Bernardi C. (2004), Il teatro sociale. L’arte tra disagio e cura, Carocci, Roma.
Il teatro sociale è la nuova frontiera del teatro. Riprende e rinnova pratiche, visioni e storie che sono il segreto della scena occidentale: l’arte come cura ed emancipazione delle persone, dei gruppi, delle comunità. Il teatro sociale si occupa in particolare di disagio. Ma non mette in scena i drammi e le storie di “casi” umani di vario genere. Preferisce prendersi cura di loro, del loro corpo negato, delle loro relazioni conflittuali, del loro vissuto sociale, tutto questo attraverso il teatro. La realizzazione e il benessere personale sono possibili grazie alla rete sociale tra uomini. Ma gli antichi istituti statali di solidarietà sono in crisi. Per questo occorre inventare una nuova cultura della partecipazione.
– Bernardi C.. Cuminetti B., Dalla Palma S. (a cura di) (2000), I fuoriscena. Esperienze e riflessioni sulla drammaturgia nel sociale. Euresis, Milano.
– Freinet C. (1978), La scuola del fare, Emme, Milano.
– Johnston K. (2004), Impro, Audino, Roma.
“Impro” è un testo sull’improvvisazione ed è ormai un classico della saggistica teatrale. Pubblicato sul mercato di lingua anglosassone nel 1979, il libro rappresenta il frutto della lunga esperienza pionieristica dell’autore nel campo della creatività scenica e drammaturgica. Contiene esercizi e descrizioni di tecniche di grande efficacia per liberare la capacità di improvvisare. Il tutto esemplificato in una vasta gamma di situazioni che vanno dalla libera invenzione scenica all’invenzione drammatica e letteraria, fino alla scrittura automatica, all’uso delle maschere e alla trance.
– Perissinotto L. (2013), In ludo. Idee per il teatro a scuola e nella comunità, Edizioni Corsare, Perugia.
– Perissinotto L. (2004), Animazione teatrale. Le idee, i luoghi, i protagonisti, Carocci, Roma.
Verso la fine degli anni Sessanta inizia quel fenomeno chiamato “animazione”, che ebbe molti risvolti in campo culturale, teatrale, educativo, assistenziale e sociale nel nostro Paese. A partire dalle idee drammaturgiche e dalle considerazioni socio-politiche, dai protagonisti, dagli eventi, dai luoghi e dalle linee d’intervento, il libro ripercorre le tappe storico-problematiche dell’animazione per arrivare a ragionare sui suoi sviluppi più recenti e sulle sue potenzialità, in un momento di grandi cambiamenti come l’odierno. È proprio sull’originario, e originale, carattere teatrale dell’animazione che l’autrice conduce il suo ragionamento per ipotizzare un possibile rilancio delle vecchie e nuove “professioni dell’incontro”.
– Pontremoli A. (2005), Teoria e tecniche del teatro educativo e sociale, UTET Università, Torino.
Riattivare la comunicazione teatrale, sia come premessa per la creazione di una reale comunità sia come conseguenza della vita di una comunità in atto, risponde alla profonda istanza di relazione. È, insomma, la rimozione profonda del disagio e del malessere fino alla sua radice, è la rimessa in circolo di un paradigma non solo etico, ma anche e soprattutto estetico, che riporta l’individuo alla realtà e gli infonde la forza vitale per suscitarne il cambiamento. A partire da queste premesse, nella prima parte del volume, è presentata l’elaborazione teorica di base di una disciplina nuova nell’orizzonte degli studi universitari, etichettata come Teoria e tecniche del teatro educativo e sociale.
Nella seconda parte, un gruppo di studiosi, a partire da un punto di vista interno alla problematica o da angolature disciplinari complementari all’oggetto in questione, come la psicologia di comunità, la drammaturgia dell’esperienza, la musicoterapia, la danzaterapia, offre spunti di riflessione, analisi di azioni e percorsi operativi che originano proprio dalla prospettiva scientifica di cui l’intero volume intende dare ragione.
– Pozzi E., Minoia V. (a cura di) (1999), Di alcuni teatri delle diversità, ANC Edizioni, Cartoceto (PS).
– Rossi Ghiglione A. (2013), Teatro sociale e di comunità. Drammaturgia e messa in scena con i gruppi, Dino Audino Editore, Roma.
Il teatro con e per le comunità è in Italia e in Europa un fenomeno di larghissima diffusione. Negli ultimi dieci anni il teatro sociale e di comunità, in particolare, ha lavorato con successo non solo nei suoi tradizionali ambiti quali la scuola, le carceri, i centri di salute mentale, i centri diurni, ma anche in ospedali, periferie, luoghi di emergenza della cooperazione internazionale. Ha incontrato persone sofferenti e persone “normali”. Ha raccontato le loro storie. Ha fatto salute, solidarietà, bellezza e cultura.
In questo teatro il momento dell’incontro tra il percorso teatrale del gruppo e la comunità degli spettatori è forse il momento più delicato. Che forma dare a questo incontro? Fare uno spettacolo? Creare una performance itinerante? Concepire una festa? Allestire una mostra interattiva? Come portare in scena, senza tradirla, la ricchezza di esperienza umana ed espressiva che si è creata durante il laboratorio? Come comunicare e raggiungere in modo efficace lo spettatore? Da dove si parte? Si può usare un testo letterario? Quali sono le regole professionali per dare forma al testo teatrale lavorando con attori non professionisti? Parole, azioni, segni: come si scrive con e per la comunità un buon spettacolo teatrale? Chi se ne occupa? Quando e come?
La drammaturgia di comunità si occupa di quell’incontro fondamentale tra persone che è l’evento teatrale, e lo prepara per tutto il percorso: dalla progettazione al laboratorio, fino alla creazione dello spettacolo. Il libro nasce dall’esperienza professionale e artistica dell’autrice nell’ambito della drammaturgia e del teatro sociale e di comunità e vuole offrire uno strumento di riflessione e di lavoro a chi si occupa della scrittura nel teatro sociale e di comunità e a tutti coloro – attori, conduttori, organizzatori, educatori, insegnanti ecc. – che si occupano a vario titolo di teatro nei contesti sociali.
– Seragnoli D. (2004a), Memoria ed esperienze di teatro: il laboratorio e il lavoro sull’attore e sul personaggio, in Il castello di Elsinore, a. XVII, n. 50, pp. 135-149.
– Seragnoli D. (2004b), Sul teatro d’interazione sociale: ingrandimenti e primi piani, in Annali dell’Università di Ferrara. Sezione Storia, n. 1, Le Lettere, Firenze, pp. 279-303.
– Seragnoli D. (2006), Il corpo ritrovato. Riflessioni sull’esperienza di laboratorio teatrale, in Andrisano A.M. (a cura di), Il corpo teatrale fra testi e messinscena. Dalla drammaturgia classica all’esperienza laboratoriale contemporanea, Carocci, Roma, pp. 225-244.
Riviste e siti di principale riferimento:
– Teatri delle diversità
Pubblicazione trimestrale, fondata nel 1996 da Emilio Pozzi e Vito Minoia, e da quest’ultimo singolarmente diretta dopo la scomparsa del cofondatore nel 2010. La rivista raccoglie e fa circolare notizie riguardanti iniziative «che intendono usare il teatro, nella sua più ampia accezione, come strumento di formazione e di comunicazione, nei, per e dai mondi considerati “differenti”». Negli oltre sessanta numeri dalla prima uscita a oggi sono stati inoltre ospitati numerosi interventi monotematici con aperture utili anche per una riflessione sulle relazioni fra il teatro e il mondo dell’infanzia.
Sitografia
www.teatroaenigma.it
www.unife.it/centri/ctu
www.cemea.it
www.ticinoperbambini.ch/cemea
www.cemea.ch/users/bd/Espressione/animazione_teatrale/animazioneteatrale.htm#Ancora5